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Montrezl Harrell: l’uomo in più dei Lakers 2021

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Come tutti sappiamo, la stagione 2020, una delle più imprevedibili della storia, ha avuto un epilogo delle Finals piuttosto scontato, concludendosi infatti con la vittoria dei nettamente favoriti Los Angeles Lakers guidati da Lebron James e Anthony Davis.

Ci sono state alcune partite, sia in regular season che nella bolla di Orlando, dove i gialloviola hanno dimostrato debolezze che nessuno sia aspettava, soprattutto quando le prestazioni Davis mancavano un po’ di concretezza nella metà campo offensiva (cosa più unica che rara). Il punto è che quando l’ex Kentucky aveva la luna storta, Lebron si ritrovava, come nelle stagioni a Cleveland con Irving infortunato, da solo sull’isola: Danny Green ha infatti dato una mano sparando a salve un po’ per tutti i playoff, mentre Caldwell-Pope, per quanto possa essere valido, non è un giocatore a cui si può chiedere di fare il secondo violino in una squadra da titolo. Così come non ci si potevano aspettare miracoli da Kuzma (che comunque una partita buona può indovinarla).
Rob Pelinka, che attualmente è uno dei top-3 nel suo lavoro, ha analizzato questo tipo di situazione e ha agito di conseguenza portando – durante la offseason – ottimi colpi in casa Lakers: Dennis Schroeder, Wesley Matthews, Marc Gasol e, primo su tutti, l’ormai ex Clippers Montrezll Harrell. Quest’ultimo è arrivato come un fulmine a ciel sereno. Un acquisto sbucato fuori dal nulla.

Selezionato dai Rockets nel Draft del 2015 con la 32esima scelta assoluta, il prodotto di Lousville è un ala grande di un’energia spaventosa. Ma partiamo da lontano, si perché è da lontano che parte il nativo di Tarboro. Nel 2015, dopo averlo scelto, i Rockets gli fanno firmare un two-way contract che permette alla franchigia texana di spedire quando vogliono il ragazzo in G-League nella squadra di sviluppo, ovvero i Vipers. Come sicuramente avrete notato dagli ultimi anni, il ragazzo è uno che si fa notare, sia per l’atteggiamento che per il modo molto aggressivo ed energico di giocare. Dunque nel 2017, dopo aver disputato una buona stagione da comprimario alla corte di James Harden, viene ingaggiato dai Clippers.

In quel di Los Angeles il classe ’94 cambia totalmente musica, e in men che non si dica diventa una parte integrante della franchigia che fa a sportellate per un posto ai playoff nel biennio 2018-19 – con Lou Willams e Danilo Gallinari a dar man forte. Il 2020 è l’anno della consacrazione. I Clippers sono una squadra completamente diversa: con l’approdo di Kawhi Leonard e Paul George l’obbiettivo non può che essere l’anello. Harrell gioca una stagione da sesto uomo favolosa (18.6 punti e 7.1 rimbalzi di media), tanto che gli frutta il premio di Sesto Uomo dell’Anno. Un dato interessante riguarda la sua media punti: i 18.6 realizzati ad allacciata di scarpe infatti, sono 18.3 nelle partite vinte e 19.4 in quelle perse. Ciò significa che Harrell porta a casa la prestazione anche quando per i suoi la strada è in salita.

Sul percorso dei losangelini verso il titolo si mettono però i Denver Nuggets del duo Jokic-Murray, che recuperano la serie dallo svantaggio di 1-3 ed eliminano Leonard e soci, complici anche le mancate prestazioni di livello dei soliti noti: George, Williams e lo stesso Harrell.

Il passaggio ai Lakers dunque diventa fondamentale non solo per la carriera del buon Montrezl, ma anche per la corsa al titolo dei Lakers, che nel prodotto di Lousville trovano tanta energia e tante soluzioni offensive.
Analizziamo ora come i Lakers gestiscono la palla quando in campo si trova solo uno tra Davis e James. Sappiamo che la forza di una squadra come questa risiede nell’avere una molteplicità di frecce nella propria faretra: ai due sopracitati, che sappiamo essere delle macchine da guerra in grado di colpire sia da vicino che da lontano il ferro, si aggiungono Morris, KCP, Caruso, Gasol, Kuzma e Matthews, elementi che di base hanno l’ordine di sparare appena gli arriva tra le mani un cioccolatino di LeBron. Nella passata stagione, soprattutto ai playoff, sono capitate serate in cui i losangelini non tiravano un granché bene dall’arco, e questo ha complicato le cose non solo perché nella pallacanestro odierna il tiro dai 6 e 75 è diventato fondamentale, ma anche perché il roster non contava tra le proprie fila giocatori in grado di attaccare il ferro come la situazione richiedeva (esclusi James e Davis ovviamente). Per questo Harrell diventa fondamentale: un giocatore con un buon ball-handling per essere un lungo, un ottimo footwork e anche una rapidità motoria che permette di fare cose interessanti anche fronte canestro (l’anno scorso il 91.5% dei suoi tiri è stato tentato entro i 3 metri dal ferro). Con Dallas per esempio abbiamo potuto osservare la sua versatilità: aggressione del ferro in caso di accoppiamento difensivo che portava un vantaggio fisico (anche dal post, non solo fronte canestro), minaccia con il buon jumper dalla media – non sfruttato abbastanza nella stagione 2020 (solo il 10% delle conclusioni fuori dal pitturato, contro il 30% di questa stagione) – nel caso fosse marcato da Cauley-Stein o Marjanovic.

Con l’arrivo di Harrell, LeBron e compagni non solo hanno una soluzione offensiva in più (aggiungetevi anche Schröder, che avrà grosso modo il ruolo di Rondo, ma oltre alla rapidità presenta anche maggior credibilità offensiva), ma anche un ottimo apporto difensivo. Un contributo che sostanzialmente prima era dato dai 3&D come Green e KCP fuori dall’arco, e sotto canestro esclusivamente da AD (anche da Howard ma non in maniera assidua). Montrezl regala ai Lakers anche la possibilità di cambiare sui vari blocchi: come affermato in precedenza, la rapidità di gambe e la forte energia messa in campo permettono ad Harrell di accoppiarsi anche con esterni molto rapidi.

Non parliamo di numeri perché ancora è troppo presto per giudicare (a livello statistico) il colpo, ma sicuramente Pelinka ha sfornato un ottimo colpo a livello tattico, prendendo uno dei migliori sulla piazza. E la cosa sembra promettere molto, molto bene.




Articolo a cura di Matteo Cappelli

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