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Semi Ojeleye: il soldato di Brad Stevens

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“Ci tengo a dire che io sono uno di quelli che lavora duro, ma probabilmente lui riesce a lavorare più duro di me. Ho seguito il suo percorso nelle ultime quattro stagioni ed è continuamente migliorato, nonostante momenti in cui se ne stava in panchina e dentro di sé era profondamente frustrato. Sono contento che anche oggi abbia dimostrato di poter dare un grande contributo a questo sistema”.

“Non gioca molti minuti, non si parla mai di lui e non ottiene nessun tipo di visibilità, però questo ragazzo continua a lavorare giorno dopo giorno, ad essere professionale e a farsi trovare pronto quando arriva il suo momento, dimostrando di poter tradurre sul parquet tutto il sacrificio e il sudore profuso in palestra”.

Queste le parole di Jaylen Brown e Marcus Smart, due dei leader dei Boston Celtics, dopo la vittoria su Orlando. Successo in cui Semi Ojeleye ha probabilmente giocato la miglior partita in carriera, firmando 18 punti e 6 rimbalzi e contribuendo a tamponare l’assenza di Jayson Tatum, fermo ai box per colpa del COVID.

Jesusemilore Talodabijesu “Semi” Ojeleye, figlio di genitori nigeriani emigrati ad Ottawa nel Kansas, è uno di quei giocatori che per i media e una gran parte dei tifosi sarebbe da sacrificare per migliorare il roster, ma che invece per un allenatore è fondamentale. Nella recente striscia di 5 vittorie consecutive dei Celtics ha fatto segnare quasi 11 punti e 5 rimbalzi di media con un ottimo 12-26 dall’arco. Il suo apporto è comunque sempre andato al di là delle cifre ed è prezioso per il gruppo ad ogni allenamento e per il suo atteggiamento sempre positivo. Mai una parola fuori posto o un comportamento sopra le righe e quella caratteristica di farsi trovare pronto quando Stevens lo chiama in causa, sempre nel “nome di Cristo”.

“Ad essere onesti, la mia fiducia deriva dal fatto di credere in Cristo e che lui mi ama. Questo mi ha liberato davvero tanto la mente. Sembrerà folle, ma sia che io sia in campo o fuori mi concentro su questo amore e cerco di trasmetterlo agli altri, sul parquet oppure in panchina quando parlo con loro. La fede mi dà serenità e mi permette anche di giocare bene”.  Queste le parole dopo la famosa partita con Orlando di “Muscles Jesus”, che sui social preferisce postare brani della Bibbia che foto di lussuriosi paesaggi caraibici.

Dopo aver frequentato l’High School ad Ottawa, sua città natale, è stato reclutato da coach Krzyzewski per Duke, dove ha eccelso più negli studi che sul parquet, passando un anno quasi interamente in panchina. La stagione successiva, con l’arrivo di Okafor, Winslow e Tyus Jones, le prospettive non erano delle migliori e a dicembre è stata presa la decisione di trasferirsi alla Southern Methodist University di Dallas, dove ha prodotto quasi 19 punti e 7 rimbalzi di media ed è stato eletto AAC Player of the Year. Semi non ha mai commentato in modo negativo il suo anno e mezzo a Duke, mentre la famiglia ha più volte fatto notare che senza l’arrivo in Texas non sarebbe mai stato scelto dai Boston Celtics nel draft del 2018 con la pick numero 37.

Non avesse fatto il giocatore di basket, Ojeleye avrebbe avuto una carriera come culturista, visto che con il tempo ha costruito uno dei fisici più devastanti dell’NBA. Lui stesso ha dichiarato che dal college ha iniziato a curare l’alimentazione e di aver passato gran parte delle prime due stagioni nella lega a convincere il suo (ex) compagno Aron Baynes a cambiare le sue abitudini alimentari, naturalmente senza alcun successo. Negli ultimi anni ha integrato il lavoro fisico lavorando con Paul Fabritz sui movimenti laterali e sulla velocità, ed i risultati iniziano a vedersi.

Negli anni trascorsi in NBA Ojeleye è diventato il più classico dei “3-and-D”, andando spesso in missione speciale su avversari come Giannis Antetokounmpo e costruendosi un tiro più che decente dalla lunga distanza, arrivando fino al 37.8% della scorsa annata (in questa stagione al momento viaggia con il 35.7%).

Probabilmente non ci saranno molte altre partite come quella contro Orlando, mentre ci saranno quasi sicuramente altri 0-6 dal campo come la successiva gara con New York. Tuttavia Brad Stevens sa che in ogni situazione potrà sempre contare sul soldato Semi, i cui numeri non raccontano in maniera veritiera il suo apporto sul parquet.




Articolo a cura di Fabio Krpan

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