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Cosa riserva il futuro a Victor Oladipo?

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La trade che ha portato James Harden ai Nets ha fatto la “felicità” di quasi tutti gli elementi coinvolti. L’eccezione è rappresentata da Victor Oladipo.

Dipo aveva già dato segni di insofferenza ancor prima dell’inizio della stagione, mostrando in maniera non troppo velata la volontà di cambiare aria. Alla sua porta si erano anche presentate delle possibilità interessanti che avrebbero accontentato le richieste dei Pacers per non perderlo a zero, ma alla fine il buon Victor sembrava aver abbracciato serenamente l’idea di rimanere per l’ultimo anno in Indiana.
Il prodotto degli Indiana Hoosiers ha anche esordito con ottimi numeri in questa stagione, mettendo a referto 20 punti, 4.2 assist e 5.7 rimbalzi a partita. Sicuramente l’infortunio di TJ Warren ha lasciato più spazio e più possessi nelle sue mani, possessi che ha sfruttato a dovere tenendo anche la sua seconda migliore media in carriera dall’arco (36.2% su 7.7 tentativi).

Con la gigantesca trade che ha coinvolto quattro squadre per far sì che Harden entrasse a Brooklyn, Oladipo ha però visto mischiare le carte in tavola, ritrovandosi in un contesto di ricostruzione poco stimolante e molto confusionario.
La prima esperienza in panchina di Stephen Silas non è cominciata con i migliori auspici: il Barba e Westbrook scambiati, senatori come PJ Tucker scontenti, i nuovi rinforzi in condizioni fisiche non ottimali e, in tutto questo caos, l’approdo di un insoddisfatto Dipo.


I numeri a Houston

Nelle tre partite giocate con i Rockets il classe ’92 nativo di Silver Spring ha tenuto comunque ottime medie (22.3 punti, 6 assist e 4 rimbalzi) nonostante un record negativo di due sconfitte a fronte di una sola vittoria. I numeri però parlano di un decrescendo vertiginoso dalla prima alla terza gara, con le percentuali dal campo in picchiata dal 56% al 25%.
Non solo, le brutte percentuali non sono frutto esclusivamente di serate storte al tiro, ma anche di scelte molto discutibili e forzature non necessarie in alcuni momenti chiave dei match, indice quindi di una certa superficialità nelle giocate.

Sembra infatti, a vedere i suoi movimenti in campo, che Oladipo si accenda a fasi alterne facendo così il buono e il cattivo tempo all’interno di un roster già di per sé molto in difficoltà. Nonostante la buona intesa con Christian Wood, i cui numeri lo stanno inserendo prepotentemente nei candidati al premio di Most Improved Player of the Year, è lo stato mentale più che quello fisico a giocare un ruolo fondamentale nel rendimento dell’ex Pacers.

Come detto prima infatti, non è un mistero che la sua intenzione fosse quella di giocare in una piazza da playoff, cosa che al momento Houston è ben lontana dall’essere, e questo porta inevitabilmente a conseguenze spiacevoli per quanto riguarda l’efficienza del giocatore. Non dimentichiamo oltretutto che arriva anche da un infortunio che lo ha tenuto fermo quasi un anno e che ha avuto strascichi anche nella bolla di Orlando.


I possibili scenari: le destinazioni

Il ragazzo diventerà Unrestricted Free Agent alla fine di questa stagione e Houston rischia quindi di perderlo senza guadagnare niente in cambio. Convincere la Pantera Nera a rimanere in Texas non sarà facile e tutto dipenderà fondamentalmente da tre fattori: la volontà del buon Victor, le intenzioni del front office e i progetti dei Rockets per il futuro. Le probabilità di vederlo vestire ancora la maglia di H-Town il prossimo anno sono però piuttosto basse: le idee della franchigia non sembrano convincere il giocatore, pronto ad abbracciare offerte da contender già nell’immediato.

Miami Heat

Alla porta ci sono in pole position i Miami Heat, che ad inizio mercato sembravano avere le maggiori possibilità di firmare Oladipo. Da favoriti che erano sono rimasti con un pugno di mosche in mano alla conferma della sua permanenza in Indiana, ma non per questo hanno meno chance di prenderlo nella prossima finestra di mercato.
Per averlo si aprono parecchi scenari possibili, tutti con la condizione quasi necessaria di una sign-and-trade per poter smuovere un po’ il roster e liberare spazio salariale: tra i nomi papabili allo scambio ci sono Andre Iguodala (che toglierebbe 15 milioni dal monte ingaggi degli Heat), Duncan Robinson, Tyler Herro e Kendrick Nunn, più alcune delle scelte future della squadra al Draft (aspetto a cui Houston sembra essere molto interessata). Sicuramente però andrebbe tenuto stretto almeno un tiratore, visto che Dipo non garantisce troppa efficienza dalla lunga distanza e ama soprattutto attaccare il ferro.

A Miami si costituirebbe un terzetto di tutto rispetto, contando Jimmy Butler, giocatore che si potrebbe combinare bene con le qualità di Victor, e Bam Adebayo che potrebbe approfittare delle sue ottime doti di passatore.

Toronto Raptors

Un altro scenario possibile sarebbe l’approdo nel freddo Nord: i Toronto Raptors starebbero infatti discutendo la possibilità di separarsi da Kyle Lowry, faro della squadra fino a questo momento. Qualora Lowry dovesse effettivamente andarsene, in Canada si aprirebbe uno spazio mica male per Victor, in cui ricoprirebbe un ruolo molto simile a quello che aveva ai Pacers nel pre-infortunio.
Anche qui per le sue caratteristiche potrebbe essere un fit eccellente per la squadra: sebbene sia meno propenso al passaggio rispetto all’attuale n°7 (differenza comunque non eclatante), Oladipo garantirebbe alla franchigia una mano in più dal punto di vista realizzativo, offrendo così molteplici soluzioni offensive a coach Nurse, in particolare se uno tra Siakam e VanVleet dovesse cadere in qualche giornata storta. Non si verrebbe inoltre a creare alcun buco dal punto difensivo.

In questo caso le risorse da cedere sarebbero, oltre Lowry, i vari Stanley Johnson, Terence Davis e Patrick McCaw, tutti in scadenza di contratto il prossimo anno, senza escludere la possibilità che sul piatto venga messo qualche nome più importante tra i giocatori in scadenza nel 2022. Rispetto alla situazione degli Heat però, dal punto di vista dei Rockets quella dei Raptors sembrerebbe meno appetibile.

Boston Celtics

Ultimi ma non ultimi i Celtics. Boston sembra aver più bisogno di un rim protector di esperienza e spessore, ma non esclude la possibilità di rinforzare il suo reparto guardie: grazie alla trade exception di Gordon Hayward (oltre 28.5 milioni di dollari) e una buona quantità di risorse, i biancoverdi non avrebbero infatti grossi problemi ad assicurarsi i servigi di Oladipo.
In questo contesto troverebbe una squadra completa e ben equilibrata sia in attacco che in difesa, area in cui anche lui potrebbe essere di aiuto: nel 2018 aveva guidato la NBA per palle rubate e si era guadagnato un posto nel primo quintetto difensivo della lega.

Il problema è che il reparto sembrerebbe abbastanza intasato. Kemba Walker e Jaylen Brown presidiano lo starting five, mentre la second unit conta anche fin troppi elementi: Jeff Teague, Carsen Edwards, Payton Pritchard, Romeo Langford, Javonte Green e Tremont Waters. Certo, diversi tra quest’ultimi potrebbero essere considerati pedine di scambio (a cui magari andrebbe affiancato qualche nome un po’ più solido, come quello di Semi Ojeleye), ma Dipo si ritroverebbe a partire dalla panchina. Non uno scenario troppo entusiasmante, anche se il far parte di una franchigia in grado di competere per il titolo potrebbe rappresentare un compromesso (pare infatti difficile che Boston si sbarazzi di Kemba Walker, anche se non si sa mai…).

E i Rockets?

I Rockets al momento non possono fare altro che guardare e aspettare. Oladipo non ha escluso la possibilità di rimanere a Houston qualora venisse costruito un progetto vincente, ma alla soglia dei trent’anni la pazienza comincia a scarseggiare e queste parole sembrano più un contentino alla società più che una vera dichiarazione di intenti. Senza contare la presenza in Texas di John Wall, giocatore discretamente simile all’ex Pacers.

Per questo motivo sarebbe per lui preferibile una squadra già pronta nell’immediato ad affrontare il palcoscenico dei playoff con la prospettiva di arrivare almeno alle Conference Finals. Le tre candidate che vi abbiamo presentato sembrano avere le carte in regola per soddisfare questi criteri – nonostante il brutto inizio dei Raptors -, perciò non è impossibile immaginare Victor con una canotta diversa già nel prossimo campionato.


Saranno scenari verosimili? Come si suol dire, “ai posteri l’ardua sentenza”.




Articolo a cura di Gianluca Bortolomai

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