Focus NBA

Il Ballo dei Debuttanti

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Ormai è passato oltre un mese da quando è stata sollevata la prima palla a due della stagione 2020/2021, quindi possiamo avventurarci alla scoperta delle nuove matricole della NBA.


Parola d’ordine: Equilibrio

Se la corsa per la prima chiamata assoluta del Draft del 2020 è stata uno delle più incerte degli ultimi anni – con Anthony Edwards, James Wiseman e LaMelo Ball a contendersi, ognuno con chance molto concrete, la prima chiamata assoluta – la stessa cosa si può dire per la sfida che si profila per il titolo di “Rookie of the Year”, con l’aggravante che, oltre ai soliti tre, ci sono almeno un paio di giocatori che potrebbero essere in lizza per l’ambito premio (dello sfidante principale, Tyrese Haliburton, abbiamo già parlato qualche giorno fa).

I candidati più quotati sono quindi, inevitabilmente, i primi tre giocatori scelti il 18 novembre: vediamo come si sono comportati durante il loro primo primo mese da debuttanti.

Dopo aver viaggiato a oltre 15 punti di media (adesso poco più di 12), Edwards ha inanellato alcune partite nelle quali è stato chiaro come il processo di adattamento al nuovo ruolo sia ancora lungo. La presenza di D’Angelo Russell e Malik Beasley (quest’ultimo molto positivo) priva la matricola della consueta libertà offensiva di cui godeva  fino allo scorso anno. Gli istinti realizzativi e l’atletismo sono facili da scorgere, così come le scelte di tiro non sempre impeccabili (34% al tiro e, soprattutto, il 27% su oltre 5 tentativi da tre punti – effettivamente troppi). Il talento non è in discussione, e a Minneapolis si aspettavano che la transizione nella NBA necessitasse di tempo.

A San Francisco, invece, sono entusiasti del rendimento del diciannovenne prodotto di Memphis. Orfani di Klay Thompson e, almeno all’inizio del campionato, Draymond Green, con un Kelly Oubre alle prese con un ostico rodaggio, Wiseman è stato per lunghi tratti l’unico a far sorridere il ritrovato Steph Curry. L’atletismo e la mobilità, abbinate a quell’impressionante “specimen” fisico, sono qualità davvero difficili da trovare anche nel ricchissimo panorama del basket americano, per non parlare dell’estrema morbidezza del “jumper” che solletica la fantasia degli appassionati e competenti tifosi della Baia (aveva iniziato con oltre il 40% dall’arco, adesso siamo al 33%).
Sotto l’attenta guida di Green potrà fare dei grandi passi in avanti e aggiustare diversi difetti che appaiono evidenti, ma il classe 2001 ha comunque dimostrato di essere consapevole dei propri mezzi e delle proprie qualità.

James Wiseman a lezione da Steve Kerr

Charlotte non avrà una base così competente e solida di tifosi come San Francisco, ma nello stato principe del College Basket sanno bene quando si trovano davanti a un talento speciale. E LaMelo ha davvero tutto per stuzzicare il palato fine degli appassionati del North Carolina. Coach Borrego ha scelto di farlo partire dalla panchina (mossa che non sta piacendo al “pacato” padre…), così da renderlo più libero di scatenare la fantasia alla guida della second unit. Deve ancora migliorare nella selezione delle scelte offensive (tira con il 40% dal campo e produce 2.5 palle perse, troppe), ma intanto è riuscito a diventare il giocatore più giovane a registrare una tripla-doppia, cancellando dal libro dei record un certo Luka Doncic.
Più che a livello tecnico quindi, sembra necessario un cambio di passo a livello mentale.


La partita

Philadelphia è una delle migliori squadre ammirate in questo primo mese di stagione. L’arrivo di Doc Rivers ha riportato la tranquillità necessaria in un ambiente diventato turbolento dopo l’ondivago campionato 2019-2020. Il 9 gennaio scorso, prima della partita con i Nuggets, Rivers è entrato nello spogliatoio e ha contato solo sette giocatori in grado di scendere in campo. Una situazione di emergenza dovuta al rigido protocollo Covid-19 e anche alcuni infortuni fisici. Un’occasione che Tyrese Maxey ha colto la volo: Doc lo ha lanciato in quintetto e la matricola ha risposto con ben 39 punti (ovviamente career-high). Non una novità per Maxey, uno degli attaccanti più esplosivi delle scuole superiori del Texas prima di accasarsi alla corte di John Calipari a Kentucky. Alla vigilia del Draft, Calipari aveva avvertito tutti di come Tyrese fosse destinato a seguire il successo di Jamal Murray e Tyler Herro, due ex Wildcats che nella NBA stanno avendo un “discreto” successo. Al momento, Maxey sta segnando 10 punti di media con un buonissimo 46% al tiro (da rivedere il 30% da tre punti). Che avesse ragione “Coach Cal”?

Tyrese Maxey, la matricola di Phila esplosa con 39 punti

In bocca al lupo!

Il debutto nella NBA rappresenta la realizzazione di un sogno per ogni matricola, anche se poi il campo riserva loro delle difficoltà. Killian Hayes non fa eccezione, anche se quel sogno si è trasformato velocemente in incubo. Quello che gli è accaduto nella gara del 4 gennaio rimarrà per lungo tempo nella sua mente: in una normalissima transizione e senza pressione di nessun difensore, il francese si è improvvisamente accasciato a terra. Il responso è stato un grave infortunio all’anca destra che lo terrà a riposo per tanto, tanto tempo. Si parla di almeno due mesi, ma la zona è molto delicata e non è da escludere un’assenza molto più lunga. Una stagione ben al di sotto delle aspettative (4 punti e poco più di 3 assist di media, con il 27% dal campo), ma sarebbe ingiusto mettersi a etichettare come deludenti quelle pochissime partite disputate finora.
Meglio inviare a Killian un grande “in bocca al lupo”.


American Superbasket seguirà da vicino il rendimento dei rookie, quindi vi aspettiamo il prossimo mese per la seconda puntata di questa rubrica.


Top Five – 1° mese

  1. James Wiseman (Golden State Warriors): c’è chi segna di più e chi ha statistiche più appariscenti, ma non teme confronti per l’impressione suscitata;
  2. Tyrese Haliburton (Sacramento Kings): la nuova matricola di Sacto sta brillando per l’estrema sobrietà ed efficacia;
  3. LaMelo Ball (Charlotte Hornets): eravamo stati avvertiti di come Ball fosse il maggior talento del Draft, e in questo mese sta facendo vedere le enormi qualità;
  4. Payton Pritchard (Boston Celtics): un po’ in calo dopo l’inizio molto convincente, nonché ai box per un infortunio, ma Stevens lo aspetta per dare energia alla panchina dei Celtics;
  5. Anthony Edwards (Minnesota Timberwolves): qualche difficoltà a calarsi nel nuovo ruolo, ma gli istinti realizzativi gli permettono di essere il miglior marcatore tra le matricole.
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