James Harden ha recentemente parlato di come sia cambiato il suo gioco una volta approdato ai Brooklyn Nets, ponendo l’attenzione sul fatto che non è da tutti riuscire a trasformarsi, soprattutto quando per anni ci si è resi protagonisti straordinari di una determinato ruolo.
“Non mi importa dei punti che segno. E non mi importa delle statistiche. Conta solo ottenere la vittoria.
Sono arrivato in questa squadra dopo aver esser stato il miglior realizzatore della lega negli ultimi anni. Non sono tanti i giocatori in grado di cambiare interamente il proprio gioco. Non sono tanti a riuscirci”
James Harden è stato il miglior realizzatore della NBA negli ultimi tre anni, tenendo una media punti sempre superiore ai 30 a partita. Ad oggi invece, l’ex Rockets sta toccando i propri minimi (24.1 punti con 15.4 tiri con i Nets) dalla stagione 2011-2012, in cui vinse il premio di Sesto Uomo dell’Anno. Tuttavia non cala la sua efficienza: libero di non dover forzare nulla, visto che non deve più sostenere un intero attacco da solo, Harden con Brooklyn sta ottenendo medie balistiche (48.2% dal campo e 37.9% dall’arco) che risultano essere seconde solo alla già citata stagione del Sixth Man of the Year.
Da una categoria è passato tuttavia a dominarne un’altra, quella degli assist. Attualmente The Beard è infatti l’unico giocatore della lega sopra i 10 assist a partita (11.2; pareggiando il suo career-high) e con Brooklyn sta addirittura ottenendo le cifre più alte in carriera (12.0).
Tanti erano i dubbi dei tifosi sulla possibile convivenza di tre star abituate ad essere dei primi violini e ad avere spesso la palla in mano, ma Harden, Irving e Durant stanno dimostrando che nulla è impossibile, esprimendo un gioco devastante almeno per quanto riguarda la fase offensiva.