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Finalmente Lauri…

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Nel dicembre scorso Jayson Tatum, Donovan Mitchell, D’Aaron Fox, Bam Adebayo non hanno dovuto aspettare molto a firmare il ricco rinnovo contrattuale che puntualmente, e senza particolari sorprese, è stato loro offerto dalle rispettive squadre. Anche Markelle Fultz, Jonathan Isaac e Luke Kennard, non certo irresistibili – per varie ragioni – nelle loro prime stagioni, hanno potuto festeggiare il prolungamento del contratto.

Lauri Markkanen pensava di poter “inchiostrare” un accordo che lo avrebbe legato per molti anni ai Bulls, ma tanta attesa è stata vanificata da un deludente nulla di fatto. E dire che Lauri di messaggi d’amore a mezzo stampa ne ha inviati alla dirigenza, anche tramite alcuni componenti della sua famiglia. Ma a Chicago è iniziata la prima stagione del nuovo corso guidato da Arturas Karnisovas, e il plenipotenziario dei Bulls ha deciso di attendere prima di rinnovare il contratto del finnico. Una scelta giustificata dai risultati non proprio entusiasmanti raggiunti da una squadra che presenta un roster non certo sprovvisto di giocatori di talento e, soprattutto, dalle tante partite saltate per infortunio da Lauri negli ultimi due anni.

Dopo la promettentissima stagione da matricola (15.2 punti e 7.5 rimbalzi di media), Markkanen era chiamato a confermarsi e, soprattutto, a evolvere in un giocatore capace di rappresentare la prima pietra della ricostruzione di Chicago. Invece, dopo una seconda stagione abbastanza solida (18.7 e 9.0 l’incremento statistico), il terzo anno ha registrato un deciso passo indietro (14.7 punti, 6.3 rimbalzi, 42% dal campo e 34% da tre punti – tutti minimi in carriera). I problemi fisici, il recupero lento e un atteggiamento troppo passivo in campo hanno prima rallentato il suo percorso di crescita, poi instillato nella dirigenza dei dubbi più che leciti. Lauri non si è mai affrancato dall’etichetta di mero tiratore dalla distanza (sebbene il 36% in carriera da tre punti non rende giustizia a tale definizione), faticando più del dovuto ad raggiungere quella varietà offensiva necessaria a diventare il giocatore che tutti si aspettano da quando è stato acquisito in cambio di Jimmy Butler. Per non parlare delle lacune a rimbalzo (un po’ poche le 7 “carambole” di media) e in difesa.

Un giorno felice quello del Draft del 2017

Sarà per questo che la prima mossa di Karnisovas è stata scegliere Patrick Williams nell’ultimo Draft: un prospetto che può giostrare in entrambi i ruoli di ala, e quindi un concorrente di Lauri per lo spot di “4”.  Forse non da subito – Williams è pur sempre una matricola, per di più con margini da esplorare e lacune evidenti da colmare -, ma certamente il lituano ha cercato una possibile alternativa nel caso il matrimonio tra i Bulls e Markkanen s’interrompesse.

La doccia fredda rappresentata dal mancato rinnovo, la competizione tecnica di Williams, l’arrivo di Billy Donovan come allenatore sembrano aver scosso il finlandese. Finora Lauri sta infatti giocando il miglior basket della sua giovane carriera: le statistiche (19.1 punti di media con il 51.4% dal campo e il 39.6% da tre punti) aiutano a confermare, e trasformare in dati oggettivi, ciò che l’occhio riconosce già mentre l’osserva muoversi deciso per il campo o alzarsi fiducioso per il jump shot.

Non è un caso che i Bulls, dopo qualche difficoltà legata agli infortuni, stiano disputando un inizio di stagione decisamente promettente (al momento 12° ad Est, a sole due vittorie dalla zona playoff), e i compagni sono pronti ad attribuirne il giusto riconoscimento proprio al nativo di Vantaa. Se Zach LaVine sottolinea la maggiore fiducia e tranquillità, Coby White pone l’accento sull’aggressività che sta contraddistinguendo l’inizio di stagione di Markkanen, un’aggressività che si traduce anche in una maggiore capacità d’incidere in vari aspetti del gioco: “Lauri non si limita soltanto ad aprirsi per il pick-and-pop’ adesso è più pronto a penetrare fino al ferro e creare anche per i compagni”.

Il diretto interessato conferma, aggiungendo che il nuovo gioco promosso da Donovan rappresenta un elemento centrale nel suo rendimento: “Mi piace che ci sia più movimento in attacco, che la palla circoli più liberamente (i Bulls sono nella Top10 della NBA per “assist rate”, ndr). Ci permette di avere tanti buoni tiri. Adesso sono molto più attivo senza palla, e non solo per cercare la conclusione, ma anche per agire da esca e aprire spazi per i compagni”.

Anche coach Donovan riconosce questa nuova dimensione della sua ala e la attribuisce in parte alla tensione che si è creata nella offseason: “Probabilmente si è stancato di sentire dai critici che deve essere più fisico, che deve penetrare di più e andare a rimbalzo. Sono cose che è in grado di fare e si sta impegnando molto. Nel pick-and-roll è molto efficace, ma sta variando molto di più il suo gioco. Sta giocando davvero molto, molto bene

La soluzione preferita di Lauri: l’amato tiro in sospensione

Anche nella partita del 5 febbraio Lauri ha iniziato benissimo, segnando 13 punti contro la difesa di Orlando. Durante il primo quarto ha avvertito un fastidio alla spalla destra, ma il numero 24 rossonero ha deciso continuare per mantenere inalterate le possibilità di vittoria dei Bulls. Nel terzo quarto, però, Markkanen ha dovuto alzare bandiera bianca: troppo dolore, per di più in una zona molto delicata.

Mentre si attendono i responsi clinici, la speranza è che Lauri possa continuare nell’ottima stagione e non si debba, ancora una volta, fermare ai box. È la speranza anche di Karnisovas, che potrebbe aver trovato un elemento chiave per il nuovo progetto di Chicago a cui affidare un prezioso rinnovo contrattuale.

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