In una recente intervista rilasciata a Rachel Nichols di ESPN, James Harden ha parlato del suo addio agli Houston Rockets, spiegando – un po’ implicitamente – che la ragione del suo cambio di lido è stato il mancato ottenimento dell’anello. Nonostante comunque in Texas abbia raggiunto tanti traguardi individuali.
“Ho praticamente raggiunto e realizzato ogni statistica o premio individuale che potevo o avrei voluto vincere. Si è sempre trattato di vincere. Tuttavia non eravamo all’altezza dell’obiettivo che volevamo raggiungere. Questa è di fatto la ragione che ha portato alla mia decisione e per questo sono a Brooklyn. Sono qui per continuare ad inseguire quella meta, quel sogno.
Non rimpiango il modo in cui me ne sono andato perché non ho provato in alcun modo a mancare di rispetto nei confronti di qualcuno. Non stavo provando ad essere egoista. Sento che il front office sapeva quale fosse la mia posizione e cosa volessi. Mi scuso per come è andata a finire, ma ho dovuto fare ciò che serviva per farmi arrivare dove volevo”
Harden si è anche tolto un sassolino dalla scarpa riguardo alle critiche che lo vedevano come un giocatore incompatibile per i Nets: in tanti infatti dubitavano (e alcuni dubitano ancora) che ci potesse essere una rosea convivenza con Kevin Durant e Kyrie Irving, visto che si tratta di giocatori abituati ad essere primi violini e ad avere molto la palla in mano.
“Ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarmi. Ogni star di questa lega e ogni sportivo internazionale è sempre sottoposto a critiche. Io rispondo ai miei detrattori sul campo, con le mie giocate. Dicevano che non avrei mai potuto giocare con Kyrie e KD perché sono sempre stato troppo egoista, ma non aspettavo altro. A Houston sono cresciuto così tanto da diventare MVP, ma ero costretto a fare 40 punti ogni sera affinché la squadra potesse essere competitiva. Ora la musica è cambiata. Essendo circondato da grandi giocatori posso evitare di dare tutto me stesso su ogni singolo possesso. E’ davvero una liberazione. Le mie statistiche non sono più così altosonanti, ma sono arrivato a 31 anni senza vincere un anello. Sono a Brooklyn per alzare il trofeo, non per vincere la classifica dei realizzatori”
Se è vero infatti che Harden ai Nets stia tenendo la media punti più bassa (23.3) – e prendendo la quantità più bassa di tiri (14.9) – dalla stagione 2012-2013, in cui era stato eletto Sixth Man of the Year, è altrettanto vero che l’ex Rockets sta impattando su altre cifre: miglior media della sua carriera a rimbalzo (8.2), come assistman (11.3) e a livello balistico (47.9% al tiro e 64.2% di True Shooting).