Al termine della partita vinta contro i Boston Celtics dopo un overtime, Zion Williamson ha voluto spendere parole al miele su Nicolò Melli, con l’italiano che è risultato una pedina decisiva nei momenti importanti della sfida.
“Posso andare avanti a scendere nei dettagli riguardo Melli. Viene in palestra a lavorare tutti i giorni, è un professionista dei professionisti. Fa sempre le cose in maniera professionale. E’ sempre lì ad insegnarmi qualcosa a bordocampo, è in grado di vedere qualcosa che non riesco a percepire in campo e mi sa dare diverse letture sulle situazioni. Melli è semplicemente sempre pronto. Vederlo andare in campo e fare questo, ce lo aspettavamo tutti. Non avevo dubbi”
Se si guardasse al referto senza aver visto la partita probabilmente si direbbe al buon Zion di posare il fiasco: 16′ sul parquet, 3 punti, 3 rimbalzi, 2 palle rubate e 1/7 dall’arco. Un bottino che, al di là dei due palloni conquistati, è alquanto magro. Tuttavia, Melli ha giocato la quasi totalità dei suoi minuti tra ultimo quarto e supplementare, ovvero le fasi più calde del match, apportando un grandissimo contributo a livello difensivo. Dopo esser stati infatti sotto anche di 20+ punti, i Pelicans negli ultimi 12′ di gioco si trovavano a dover inseguire i Celtics sul -13: l’ingresso del nostro Nico ha permesso a New Orleans di alzare il proprio livello in difesa e, grazie alle giocate dei propri leader offensivi (Williamson e Ingram), di portare a casa una partita che sembrava persa. Non a caso il plus/minus del nativo di Reggio Emilia alla sirena finale recita un +18, il valore più alto della squadra.
Prima della partita contro Boston, Melli aveva all’attivo una presenza in campo in appena 14 partite stagionali, maturando neanche 10′ ad allacciata di scarpe (6 le gare in cui ha giocato 5 minuti o meno). Dati che evidenziano come per coach Van Gundy sia ai margini delle rotazioni, un giocatore da far entrare a match già deciso.
Non che le prestazioni balistiche abbiano aiutato il buon Nico (25.7% dal campo e 24.1% dall’arco), ma l’ex Fenerbahce, come dimostrato questa notte (e la scorsa stagione), può rivelarsi molto utile nella metà campo difensiva, dando quel tipo di supporto che in NBA pochi riescono a dare con continuità. Non che Melli sia una superstar o sia candidato al premio di Defensive Player of the Year, ma il suo modo di leggere il gioco permette sicuramente ai compagni di fare dei passi in avanti.
Speriamo quindi che questo possa essere un segnale significativo e che coach Van Gundy possa concedere maggiore fiducia al classe ’91.