NBA

LeBron risponde ad Ibrahimovic: “Non c’è modo che mi limiti allo sport”

Lettura 2 Minuti

Zlatan “attacca”, LeBron risponde. Dopo le critiche dello svedese, secondo il quale un atleta famoso non dovrebbe interessarsi di politica ma limitarsi a praticare ciò in cui è bravo, James nel post vittoria contro Portland coglie subito la palla al balzo – incalzato dai giornalisti – per ribattere alle parole dell’attaccante del Milan.

“Sono la persona sbagliata da criticare su questo campo, perché so di cosa parlo. Mi preparo e i miei commenti sono frutto di una mente ‘molto educata’. Faccio i compiti. Non c’è modo che io stia zitto di fronte alle ingiustizie e mi limiti allo sport. Mi occuperò sempre di temi come l’uguaglianza, la giustizia sociale, il razzismo, l’assistenza medica e il diritto di voto. So quanto sia importante la mia voce e quanto la piattaforma da cui parlo possa aiutare a combattere le ingiustizie che vedo nella mia comunità, nel mio Paese e nel mondo.
Ho oltre 300 ragazzi della mia scuola ad Akron a cui pensare, che vedono ingiustizie ogni giorno e che hanno bisogno di una voce. E io sono la loro voce”

Una risposta ferma e decisa da parte del quattro volte campione NBA, che ha anche ricordato il caso di Renee Montgomery, ex stella WNBA diventata da poco una dei proprietari delle Atlanta Dream: la franchigia era infatti in mano ad una candidata repubblicana per il Senato degli USA (Kelly Loeffler) che aveva criticato le giocatrici per il loro impegno sociale. Giocatrici che da quel momento hanno appoggiato con tutte le loro forze il candidato avversario, che da nettamente sfavorito dai sondaggi è finito poi con il risultare vincitore.
Chiedete a lei cosa sarebbe successo se fossi stato zitto“, ha affermato King James, che durante le elezioni aveva lanciato una campagna in collaborazione con Michelle Obama per spingere le persone ad andare a votare aiutandole a superare i vari problemi burocratici.

Il buon LeBron non perde neanche l’occasione per rifilare una frecciatina ad Ibrahimovic, che nel 2018 aveva accusato la stampa svedese di razzismo sistematico in seguito alle continue ed ingiustificate critiche – anche oltre il tollerabile – che piovevano nei suoi confronti. Critiche che per Zlatan gli venivano inferte solo perché ha un cognome diverso (“Se mi chiamassi Andersson o Svensson mi difenderebbero a prescindere, anche se rapinassi una banca“).

“E’ buffo che che sia lui a dire certe cose, perché è lo stesso ragazzo che nel 2018 parlava di razzismo in Svezia legato alle sue origini e al suo cognome. Era lui giusto?”

Articoli collegati
Focus NBA

Il Ballo dei Debuttanti: il verdetto

Lettura 3 Minuti
Se la NBA ha già comunicato da qualche giorno le sue decisioni in merito ai riconoscimenti riservati alle matricole, oggi è il…
Focus NBA

IL Ballo dei Debuttanti

Lettura 4 Minuti
Penultimo appuntamento con la nostra rubrica dedicata alle matricole. Andiamo a verificare l’andamento delle giovani speranze nell’ultimo mese di Regular Season. IL…
Focus NBA

L'ora di Scary Gary

Lettura 2 Minuti
La NBA si contraddistingue da sempre per le mosse di mercato che vengono operate dai vari front office. Le trade che vengono…