NBA Pelicans

Membri dei Pelicans, tra cui Nicolò Melli, hanno ricevuto il vaccino contro il covid

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I New Orleans Pelicans hanno ufficialmente annunciato che diversi membri della franchigia, tra cui alcuni giocatori, nella giornata di sabato hanno ricevuto la prima dose del vaccino contro il covid-19 (quello utilizzato è Pfizer).
Questo grazie alla decisione presa dal governatore della Lousiana, che ha recentemente esteso le vaccinazioni ai giovani con almeno 16 anni indicando 12 condizioni di criticità che permettono di avere la precedenza rispetto ad altre categorie: ad esempio un indice di massa corporea pari ad almeno 25 (criteri entro i quali rientrano diversi giocatori) o la presenza di situazioni mediche che possono portare a gravi rischi in caso di contrazione della malattia (come l’asma).

Sono due al momento i giocatori dei Pelicans che hanno confermato attraverso i propri social l’iniezione della prima dose del vaccino: Sindarius Thornwell e, soprattutto, il nostro Nicolò Melli. Il nativo di Reggio Emilia su Instagram e Twitter ha scritto: “Prima dose del vaccino fatta ieri. Mi sento un privilegiato ad averla potuta fare. Non vedo l’ora passino queste tre settimane per ricevere la seconda dose. Se potete, fatelo“.

“I Pelicans supportano la campagna di vaccinazione della Louisiana e incoraggiano tutta la comunità a mettersi in lista per la sicurezza di tutti. I tre vaccini anti-covid utilizzati dal sistema sanitario sono sicuri e tutti devono mettersi a disposizione per ricevere la somministrazione il prima possibile”

Questo è quanto espresso dalla franchigia attraverso un comunicato ufficiale.

Ricordiamo che la NBA, tramite il commissioner Adam Silver, poco prima dell’All-Star Game aveva annunciato che non avvierà nessuna compagna vaccinale obbligatoria per le proprie franchigie, invitando però i vari membri delle organizzazioni a seguire le indicazioni provenienti dai rispettivi Stati.

Tuttavia, la NBA avrebbe in mente di stabilire alcune regole particolari per chi riceverà il vaccino, come ad esempio la possibilità di evitare i sette giorni di quarantena in caso di contatto con una persona positiva. E’ evidente che questo vada a rappresentare un incentivo molto forte per favorire la vaccinazione in maniera indiretta.


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