Come riportato da vari insider, la NBA e la NBPA hanno trovato un accordo per apportare delle modifiche ai protocolli sanitari rivolte a quei giocatori – e membri del coaching staff – che avranno ricevuto le due dosi (e quindi il ciclo completo) di vaccino contro il covid. Una persona sarà considerata eleggibile al rispetto dei nuovi regolamenti a partire dalle due settimane successive l’inoculamento della seconda dose.
Tra le varie nuove regole troviamo queste:
- Nessuna quarantena in seguito all’esposizione ad un caso (accertato o dubbio) di positività;
- Nessun obbligo di indossare la mascherina nelle strutture di allenamento;
- Nessun obbligo di effettuare il tampone periodico nei giorni di riposo;
- Possibilità di effettuare il tampone qualche ora prima nel game-day;
- Possibilità di andare a mangiar fuori nei ristoranti al di fuori della lista prestabilita per la squadra;
- Possibilità di interagire con qualsiasi persona nella propria abitazione (ma non nei bar, nei club e nei lounge);
- Possibilità di ricevere fino a quattro persone negli hotel in trasferta, previo tampone degli ospiti;
- Possibilità di uscire dall’hotel durante le trasferte;
- Possibilità di assistere di persona ad eventi di marketing e degli sponsor;
- Possibilità di partecipare di persona a riunioni della squadra.
I nuovi protocolli sanitari prevedono altri allentamenti delle regole per quelle squadre che avranno almeno l’85% dei giocatori e l’85% del coaching staff vaccinati.
Inutile dire che, sebbene la NBA non abbia predisposto una campagna vaccinale, questi cambi nei protocolli rappresentano un enorme incentivo per giocatori e coaching staff. Almeno che qualcuno non voglia rischiare di perdere giocatori chiave per almeno una settimana in una fase fondamentale della stagione.