Focus NCAA

Pillole di Follia

Lettura 6 Minuti

La “March Madness” è davvero iniziata!

Lo scorso anno la pandemia ci ha privato dello spettacolo colorato, chiassoso, passionale, folle di un torneo unico, ma quest’anno possiamo tornare ad entusiasmarci per le gesta dei giovani talenti del basket americano. Una follia del tutto particolare, perché tutte le partite si svolgeranno a Indianapolis, in una sorta di “bolla” per limitare i possibili contagi dei giocatori e degli staff tecnici.

Scopriamo, in ordine alfabetico, alcuni dei protagonisti che potremo ammirare nei prossimi giorni.


BATMAN – Illinois può contare sul suo personalissimo supereroe: Ayo Dosunmu, l’uomo che porta una maschera per proteggere il naso fratturato. Fino allo scorso anno era un discreto giocatore, bravino in tutto ma eccellente in niente. Quest’anno la musica è cambiata, Ayo è diventato più continuo dall’arco dei tre punti, più leader e molto più decisivo, come dimostrano i sei canestri vincenti nei roventi finali di gara della Big 10. Ci sono giocatori di maggior talento, ma Dosunmu potrebbe rappresentare il giocatore chiave per la vittoria finale dei rinati Illini.

Ayo Dosunmu, il supereroe di Illinois

CADE, LA STELLA – Se c’è un giocatore che vale qualche ora di sonno in meno, questo è Cade Cunningham, la stella assoluta del torneo 2021. Il playmaker di Oklahoma State è stato fenomenale, in stagione ha regalato più di una prova entusiasmante, come quella nel sentitissimo derby con Oklahoma: 40 punti (con 13 tiri liberi) e 11 rimbalzi. Il culmine, comunque, è occorso la settimana scorsa durante il torneo della Big 12: Cade ha trascinato i Cowboys segnando (25 punti) e ispirando i compagni (8 assist) nella vittoria decisiva contro la fortissima Baylor in semifinale. Non ci sono molti dubbi che sarà la prima chiamata del prossimo Draft, quindi non ci resta che scoprirlo in anticipo a partire dalla sfida con Liberty.

CENERENTOLE – Ogni anno i media si scatenano alla ricerca delle potenziali soprese del Torneo, delle sfavorite di successo che scateneranno l’entusiasmo degli appassionati di basket non legati ad alcun tifo. Le principali candidate sono sei: Liberty ha vinto le ultime dodici partite, puntando su tiro da tre punti e sulla celebre “Pack-Line Defense” che coach McKay ha appreso nei suoi anni a Virginia; Colgate, titolare di un record di 14-1, va molto bene a rimbalzo difensivo ed è tra le migliori squadre nel tiro da tre punti; Winthrop, che può contare su una profondità irreale a questi livelli (11 giocatori), un attacco esplosivo – seppur incostante – e tanta fisicità a rimbalzo; Loyola-Chicago, che ci riprova dopo l’incredibile qualificazione alle Final Four del 2018; Ohio si presenta con molte convinzioni, e non potrebbe essere altrimenti con Preston (vedi sotto) a guidarla e il quasi sgambetto ai danni della fortissima Illinois; Abilene Christian è un piccolo college del Texas, ma si presenta alla sfida contro Texas come una delle difese più aggressive degli Stati Uniti, prima nella classifica delle perse forzate agli avversari.

Juwan Howard: il passato, il presente e il futuro di Michigan

“FAB” JUWAN – Quando Michigan decise di farne il capo allenatore dei Wolverines in molti avevano sorriso, vedendo in quella scelta più un tentativo volto a conquistare appeal tra i potenziali obiettivi del reclutamento che una reale valutazione tecnica. Un grosso errore di superficialità, perché Howard non è solo un ex componente illustre dei “Fab Five”, di quel gruppo di diciottenni che rivoluzionò il college basket agli inizi degli anni 90. L’esperienza maturata alla corte di Pat Riley lo ha reso un allenatore non solo credibile, ma di successo. Nelle ultime due stagioni ha vinto ben 39 partite, raggiungendo costantemente le vette del Ranking USA. Quest’anno, con una squadra data da tutti come poco competitiva, ha conquistato il titolo della regular season della Big 10 (la conference più competitiva del basket universitario). Adesso lo aspetta il torneo NCAA e, malgrado il grave infortunio patito da Isaiah Livers, Juwan potrebbe tornare a quelle Final Four raggiunte assieme a Jalen Rose e Chris Webber ormai 30 anni fa.

GARZANATOR – Se Cunningham sarà la prossima prima scelta assoluta del Draft, nonché una stella della NBA, Luka Garza sarà nominato Player of the Year. Non è difficile da capire il perché: 24 punti e 9 rimbalzi di media con il 55% dal campo e il 41% da tre punti sono cifre che non possono che portare a tale riconoscimento, così come le tante partite in cui ha dominato le aree avversarie (34 contro Iowa State, 30 punti e 10 rimbalzi contro Gonzaga, 32 punti e 17 rimbalzi contro Minnesota) e le 21 vittorie di Iowa. La NBA? Non è convinta e resta scettica sulla concreta possibilità di Luka di essere incisivo nella lega. A meno che al torneo NCAA…

GONZAGA – L’ateneo dello stato di Washington è ormai diventato uno dei programmi più importanti del basket universitario. Sono lontanissimi i tempi nei quali i Bulldogs erano etichettati come “Cinderella” (cenerentola, ovvero la sorprendente sfavorita di successo): adesso i ragazzi di Mark Few sono costantemente tra i favoriti della stagione e, per una dura legge del contrappasso, ogni passo falso viene stigmatizzato come un fallimento. Quest’anno gli Zags (non è un errore, Gonzaga ha due soprannomi) fanno davvero sul serio: il super playmaker Jalen Suggs, il tiratore infallibile Corey Kispert, l’efficacissimo centro  Drew Timme, il collante Joel Ayayi e la fantasiosa guardia Andrew Nembhard possono entrare nella storia permettendo finalmente a Few e a tutti i tifosi del Nord-Ovest di festeggiare il taglio dell’ultima retina.

Gli Zags sono in missione

HOUSTON, (NON) ABBIAMO UN PROBLEMA – Il torneo del 2021 si caratterizza per le ambizioni di alcune squadre che non avevano un ruolo così prominente da molti anni: Georgia Tech, Illionis, e soprattutto, Houston. I Cougars si presentano caldissimi: hanno vinto sette partite consecutive e nove delle ultime dieci, hanno la miglior difesa d’America, sono guidati da un coach esperto come Kelvin Sampson e possono contare su una stella in cerca di rivincite come Quentin Grimes, “enfant du pays” che è tornato a casa dopo il fallimento nel suo anno a Kansas. Cleveland State il primo, non irresistibile, avversario, ma i tifosi guardano lontano, a quelle Final Four che mancano dal 1984.

IL GIORNALISTA – Se ogni Torneo regala una “Cenerentola”, è altrettanto vero che fa scoprire al grande pubblico giocatori fino ad allora semi-sconosciuti. Jason Preston sedeva sconsolato in panchina al liceo, segnando a malapena 2 punti a partita nel suo ultimo anno. Ovviamente nessuna borsa di studio per lui, così decise di iscriversi a un corso di giornalismo: se non poteva giocare, almeno poteva scrivere della sua passione. Durante un torneo amatoriale, però, Preston si fa notare e, dopo una parentesi ad una Prep School, arriva l’occasione a Ohio. Una favola che, per adesso, ha avuto il punto più alto nella sfida con Illinois (31 punti, 6 rimbalzi e 8 assist) e che potrebbe avere il lieto fine della NBA.

LITTLE ITALY – C’è anche un po’ d’Italia nella kermesse che si è aperta a Indianapolis. Tomas Woldentensae è parte integrante della rotazione di Virginia, Alessandro Lever ha finalmente ottenuto il biglietto per il “gran ballo” con Grand Canyon University, mentre Michael Anumba è il difensore ecclettico di Winthrop. Tutti inseguono il sogno di poter eguagliare Francesco Badocchi, campione con Virginia nel 2019.

NOBILI DECADUTE – Si, Gonzaga è la favorita, ma dovrà guardarsi dalle corse di Kentucky e Duke. Oppure no? Incredibile ma vero: per la prima volta dal 1976 i tifosi di Wildcats e Blue Devils guarderanno il torneo senza il consueto trasporto, dato che entrambe le squadre non sono state invitate. Una stagione disastrosa, segnata dalle enormi difficoltà dei giovani talenti arrivati a Lexington e Durham. Coach K ha dovuto sopportare anche l’abbandono della squadra da parte di Jalen Johnson, il suo giocatore più quotato, che ha preferito lasciare l’università per preparare il Draft. Niente di grave comunque: sia Kentucky che Duke saranno pronte il prossimo autunno a prendersi tante rivincite grazie all’arrivo di altri giovanissimi talenti. Uno di questi sarà il nostro Paolo Banchero, la nuova stella di Duke.

PITINO IS BACK – Gli appassionati di college basket non possono non notare la presenza di Iona. I Gaels sono la nuova avventura di Rick Pitino, un allenatore certamente controverso per alcuni episodi non proprio limpidi del suo passato a Louisville, ma altrettanto certamente di indubbio impatto. L’avversario che lo attende è Alabama, squadra che dovrebbe trovare l’apprezzamento di Pitino per quello stile di gioco veloce e fondato sul tiro da tre punti, proprio il marchio di fabbrica che per tanti anni ha contraddistinto l’ex Rick “The Slick”.

Sister Jean e la passione per Loyola

SISTER JEAN – Chi non ricorda la cavalcata di Loyola-Chicago fino alle Final Four del 2018, con la simpatica presenza della vivacissima Sister Jean a bordo campo? I Ramblers ci riprovano, con la solita squadra ben allenata e con un nuovo giocatore di riferimento: quel Cameron Krutwig che nel 2018 era solo un freshman. E, malgrado le limitazioni anti-contagio, potranno contare sull’aiuto della loro tifosa preferita, che a 101 anni d’età potrà assistere alla sfida con Georgia Tech.



Non resta che sederci comodi sul divano e goderci lo spettacolo.

Buona “Follia Marzolina” a tutti!

Articoli collegati
Focus NBA

Il Ballo dei Debuttanti: il verdetto

Lettura 3 Minuti
Se la NBA ha già comunicato da qualche giorno le sue decisioni in merito ai riconoscimenti riservati alle matricole, oggi è il…
Focus NCAA

Un anno sui banchi di scuola

Lettura 6 Minuti
E’ passato quasi un mese dalla sirena che ha chiuso la Final Four di New Orleans, quindi è arrivato il tempo di…
Focus NBA

IL Ballo dei Debuttanti

Lettura 4 Minuti
Penultimo appuntamento con la nostra rubrica dedicata alle matricole. Andiamo a verificare l’andamento delle giovani speranze nell’ultimo mese di Regular Season. IL…