Secondo quanto riportato da Tim Kawakami di The Athletic, i Golden State Warriors si starebbero preparando per discutere con Stephen Curry, durante la prossima offseason, un’estensione contrattuale quadriennale da ben 217 milioni di dollari.
Il due volte MVP nell’estate del 2017 aveva firmato un quinquennale da 201 milioni (che scadrà quindi nel 2022, con gli ultimi due anni di contratto che valgono circa 89 milioni) e con questa nuova estensione la franchigia di San Francisco punta a blindare definitivamente il proprio simbolo. Curry ha infatti all’attivo 12 stagioni con la canotta dei Warriors (contando quella attuale) e con il nuovo accordo arriverebbe a totalizzarne 17, e a 38 anni sarebbe difficile pensare ad una conclusione diversa dal ritiro con la squadra che gli ha dato tutto.
Si tratterebbe di un contratto faraonico che rischierebbe di privare la franchigia della possibilità di costruire una squadra competitiva, considerando soprattutto che oltre a quella di Curry ci sarebbero da considerare le estensioni di Klay Thompson e Draymond Green. Non che il buon Steph non possa valere quei soldi, ma non sarebbe così strano assistere ad un ridimensionamento dell’ingaggio per permettere a Golden State di effettuare delle mosse importanti per mantenere la franchigia competitiva.
I maliziosi potrebbero inoltre pensare che questa uscita sia solo un modo per rispondere a distanza a quei rumors che affermavano che LeBron James avesse iniziato a reclutare Curry durante l’All-Star Game. Come se i Warriors avessero voluto dimostrare che sarebbero disposti a tutto pur di trattenere il proprio pupillo.
In tutto questo l’unica cosa certa riguardante il #30, oltre ai due anni di contratto rimasti, è che in questa stagione sta dimostrando – ancora una volta – grandi cose, anche senza un roster eccezionale come quello degli scorsi anni (giusto per rispondere alle critiche): 29.2 punti (secondo massimo in carriera), 5.5 rimbalzi (career-high), 6.1 assist e 1.3 rubate di media, con il 47.5% dal campo, il 41.0% dall’arco (su 11.5 tentativi) e il 93.1% ai liberi. Tutte cifre che in una situazione diversa lo avrebbero messo tranquillamente in corsa per il terzo MVP.