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Russell Westbrook e le triple-doppie da record: nella notte arriva la n°176

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Negli ultimi anni il nome di Russell Westbrook è diventato sinonimo di una delle statistiche che animano di più il dibattito tra gli appassionati: la tripla-doppia.

Dopo esser diventato il primo giocatore a chiudere più di una stagione con tre statistiche in doppia cifra (2016-2017, 2017-2018, 2018-2019), aver stabilito il record per triple-doppie in una singola stagione (42) ed esser riuscito ad ottenere altri primati nella categoria (ad esempio primo giocatore nella storia a realizzare una tripla-doppia da 35+ punti e 20+ assist), per Brodie arrivano altri record numerici.
Nella notte infatti, grazie ai 18 punti, 18 rimbalzi e 14 assist messi a referto nella vittoria contro i Lakers, Westbrook non ha solo stabilito la 176° tripla-doppia in carriera, ma ha anche superato Oscar Robertson (dal cui record dista solo 5 unità) per il numero di vittorie ottenute piazzando una tripla-doppia a referto (132, contro le 131 dell’Hall of Famer). Finita qua? Neanche per sogno. La star dei Wizards ritocca il record di triple-doppie in un singolo mese (13) e raggiunge quota 30 triple-doppie stagionali per la terza volta in carriera: nella storia della NBA solo altri due giocatori sono riusciti a chiudere una stagione con un bottino così elevato, senza però riuscire a ripetersi in altri anni (Oscar Robertson nel 1962 e Wilt Chamberlain nel 1968).

Il buon Russell peraltro, a meno di grandi sorprese, dovrebbe riuscire a chiudere questa stagione con 10+ punti, 10+ rimbalzi e 10+ assist di media, arrivando così a quota quattro regular season in tripla-doppia di media.


Ma questi record servono a qualcosa? Se a livello numerico le discussioni sull’utilità o meno di questa statistica si sprecano, dal lato pratico i fatti parlano di un Westbrook che ha praticamente sempre portato la propria squadra, e non parliamo di corazzate in riferimento agli ultimi tre/quattro anni, ai playoff – ovviamente non sempre da solo e da protagonista.
Quest’anno la situazione sembrava davvero critica: Washington infatti aveva iniziato malissimo la stagione e per alcuni mesi si è trovata ad occupare l’ultimo posto della Eastern Conference, senza tante speranze di risalita. Negli ultimi due mesi però qualcosa è cambiato e, nonostante l’assenza per infortunio di un giocatore importante come Thomas Bryant, i capitolini sono cresciuti di livello e si sono arrampicati fino alla 10° posizione, ovvero l’ultimo slot per partecipare al play-in e tenere ancora vive le speranze di una partecipazione ai playoff.

Un cambio di tendenza che si è palesato soprattutto durante il mese di aprile, in cui i Wizards – ad oggi – si sono portati a casa 11 dei 16 match disputati (imbastendo anche una striscia da 8 vittorie consecutive, la più lunga per la franchigia dal 2001). Notevole è il contributo di un Bradley Beal scatenato, ma non possiamo negare che anche il prodotto di UCLA abbia inciso in maniera significativa con le sue giocate, che possa piacere o meno quella statistica chiamata tripla-doppia.

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