NBA

Isaiah Thomas chiede una (reale) chance

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Non è di certo una novità che Isaiah Thomas stia cercando di fare un vero e proprio ritorno nella NBA. Già ad inizio stagione infatti si era parlato molto della sua situazione, cercando di capire in quale realtà potesse collocarsi e quale contributo potesse apportare ad oggi in una delle 30 franchigie della lega.

Sui social il prodotto di Washington pubblica spesso messaggi motivazionali o contenuti che lasciano trasparire delle richieste di “assunzione”. L’ultimo post ne è proprio l’esempio lampante: “Tutto ciò che serve è UNA squadra! Datemi una REALE chance di essere parte di qualcosa e vi mostrerò l’impatto che avrò sulla squadra sia che io giochi o meno. Sono pronto“. Insomma, non servono di certo degli esperti di comunicazione per comprendere il significato del messaggio lanciato da Thomas.

Il mancino classe 1989 dopo aver disputato la scorsa stagione con i Washington Wizards (40 partite, 12.2 punti e 3.7 assist di media con il 40.8% dal campo e il 41.3% dall’arco), chiamato a colmare l’assenza di John Wall, lo scorso febbraio era stato trasferito via trade ai Los Angeles Clippers, i quali hanno immediatamente deciso di tagliarlo. L’unica possibilità stagionale è arrivata dai New Orleans Pelicans, che ad inizio aprile lo avevano firmato con un 10-day contract (3 partite, 7.7 punti e 1.7 assist di media con il 33.3% dal campo e il 25.0% dall’arco), lasciando poi andare una volta spirato il termine del contratto.

Perché nessuno sembrerebbe volerlo? Beh ci possono essere vari motivi. In primis il suo livello di gioco su ambo le metà campo: se in difesa è sostanzialmente un telepass, per quanto riguarda la fase offensiva sembrano molto lontani i giorni di gloria con i Boston Celtics. In secondo luogo, anche considerando la possibilità che Thomas possa in qualche modo essere utile come pedina della second unit, è evidente che le franchigie puntino ad avere dei giocatori più giovani e completi a disposizione, a parte qualche caso particolare.
Con ciò non volgiamo dire che sia impossibile un suo ritorno nella lega, ma semplicemente che è comprensibile la mancanza di fiducia a lungo termine che le squadre della lega sembrano avere nei suoi confronti.


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