Eccoci con il quotidiano riassunto dei principali fatti della notte NBA: Milwuakee batte Brooklyn per la seconda volta in tre giorni, i Mavericks ottengono un’importante vittoria a Miami e Golden State cade a New Orleans. A chiudere le consuete note a margine.
Giannis batte ancora Durant
Nel giro di 72 ore i Milwaukee Bucks battono due volte, in back-to-back, i Brooklyn Nets, registrando ora un record stagionale di 5-1 nei confronti dei newyorkesi e dei 76ers. Altro match molto combattuto fino alla fine, dove a far la differenza sono alcuni piccoli dettagli, come i 6 tiri liberi e i 9 rimbalzi offensivi in più per i Cervi.
A spingere i Bucks c’è ancora una volta Giannis Antetokounmpo, autore di una prova da 36 punti (11/30 dal campo, 4/12 dall’arco, 10/12 ai liberi), 12 rimbalzi e 4 assist, con il greco due volte MVP che viene ottimamente sostenuto sia da Khris Middleton (23 punti, 7 rimbalzi, 4 assist, 2 rubate, 9/18 al tiro) che da Jrue Holiday (23 punti, 8 rimbalzi, 10 assist, 8/13 al tiro). Ai Nets non bastano invece due dei Big Three (Harden è ancora fuori per infortunio), con Durant firmatario di una prestazione da 32 punti (11/22 dal campo, 4/8 dall’arco, 6/7 ai liberi), 9 rimbalzi, 6 assist e 2 stoppate, e Irving protagonista di una serata da 38 punti (14/25 dal campo, 6/12 dall’arco), 3 rimbalzi, 5 assist, 3 rubate e 2 stoppate.
Interessante, per quanto riguarda la franchigia newyorkese, l’impatto di Mike James: l’ex CSKA viene schierato per meno di 10′, ma confeziona 10 punti e 3 assist con un ottimo 4/6 dal campo (2/3 dall’arco).
Doncic e Hardaway Jr. trascinano Dallas
Ottima vittoria da parte dei Dallas Mavericks in vista della corsa alla fuga dal play-in tournament. I texani infatti, sbancando una Miami priva di Jimmy Butler e Tyler Herro (sul quale girano alcune strane voci), si issano al quinto posto della Western Conference a pari merito con i Los Angeles Lakers e con una partita di vantaggio sul settimo seed occupato da Portland. Doncic e soci, dopo essere finiti sotto nel primo periodo, prendono il controllo del match nella seconda e nella terza frazione, gestendo poi il proprio vantaggio senza troppa fatica negli ultimi 12 minuti di gioco.
A trascinare la truppa di coach Carlisle, che sta ancora facendo i conti con l’assenza di Porzingis, sono stati due volti noti: da un lato troviamo il solito Luka Doncic, che sfiora la tripla-doppia (23 punti, 12 rimbalzi, 8 assist, 8/15 dal campo), e dall’altro Tim Hardaway Jr., autore di una prova da 36 punti con un incredibile 10/18 dall’arco (career-high e pareggiato il record di franchigia realizzato da George McCloud nel 1995 e da Wesley Matthews nel 2015). Oltre a questi due, vanno sottolineati i contributi di un Josh Richardson da 17 punti e di un Jalen Brunson firmatario di 19 punti in uscita dalla panchina.
Gli Heat invece non trovano un leader da seguire e chiudono con sei uomini in doppia cifra, identificando i migliori realizzatori in Duncan Robinson e Goran Dragic (19 a testa).
Tonfo dei Warriors a New Orleans
Anche i Warriors, come i Bucks con i Nets, si trovano ad affrontare il medesimo avversario due volte nel giro di 72 ore, solo che a differenza di Milwaukee non arriva il bottino pieno, nonostante l’avversario fosse più che alla portata. Dopo la “comoda” vittoria di domenica infatti, la truppa di coach Kerr si arrende di misura al cospetto di dei Pelicans più organizzati. Una sconfitta che a Golden State fa tutt’altro che bene in vista della classifica finale: in caso di successo infatti Curry e soci avrebbero tenuto l’ottavo posto ad Ovest e ottenuto due partite di vantaggio sui Grizzlies, mentre ora il record delle due squadre è il medesimo, senza dimenticare gli Spurs che attualmente occupano la decima posizione a due partite di distanza dalla franchigia di San Francisco.
Match molto combattuto che alla fine vede trionfare NOLA grazie soprattutto ad un grande Lonzo Ball (che nella precedente partita aveva giocato piuttosto male), autore di una prova da 33 punti (pareggiato il suo career-high), 6 rimbalzi e 4 assist con un ottimo 7/13 dall’arco, ma soprattutto protagonista del canestro che indirizza la gara nell’ultimo minuto. A supporto troviamo il solito Zion Williamson, che mette a referto una doppia-doppia da 23 punti e 12 rimbalzi condita da 7 assist e 4 rubate, e anche un positivo Eric Bledsoe da 14 punti, 5 rimbalzi e 4 assist.
Ai Warriors non basta invece il solito Curry: dopo i 41 dell’altra notte, lo Chef con il n°30 ne piazza altri 37 (8/20 dall’arco; raggiunge quota 300 triple in stagione) conditi da 9 rimbalzi e 3 rubate, ma va evidenziato che il due volte MVP commette svariati errori al tiro, basati anche su scelte discutibili, fallendo anche la tripla del possibile +1 a pochi secondi secondi dalla conclusione. Vanno riportate anche le prestazioni di Andrew Wiggins (26 punti, 6 rimbalzi, 2 stoppate, 10/21 dal campo, 5/10 dall’arco) e del solito tuttofare Draymond Green (7 punti, 12 rimbalzi, 9 assist, 2 stoppate).
Note a margine
Vittoria sofferta e di misura per i Clippers sui Raptors, in una partita che non aveva grandi poste in palio. I losangelini faticano per quasi tutto il match, ma alla fine si impongono senza sforzi clamorosi e consolidano il proprio terzo posto ad Ovest. Decisive le prestazioni di Paul George e Marcus Morris (22 punti a testa), supportati da un intraprendente Reggie Jackson (17 punti). Un po’ in ombra invece Kawhi Leonard, autore di 13 punti in 33′ e con soli 6 tiri tentati dal campo. Ai Raptors non bastano i 51 punti assemblati da Pascal Siakam e Fred VanVleet.
Nella notte Phoenix rilancia la propria candidatura al primo posto della Western Conference battendo a fatica i Cavaliers in trasferta. Oltre a Devin Booker (31 punti, 14/27 al tiro, 0 perse) e Mikal Bridges (22 punti, 9/15 al tiro, 0 perse), a brillare è il solito Chris Paul: il play veterano è infatti autore di una doppia-doppia da 23 punti (8/16 al tiro) e 16 assist – condita da 4 rubate – senza alcuna palla persa, facendo registrare così il suo 44° match in carriera da 10+ assist e 0 perse (solo Muggsy Bogues ha fatto meglio, con 46 gare, dal 1985 ad oggi).