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La NBA rinvierà partite dei playoff in caso di un test positivo al covid?

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Secondo quanto riportato da Yahoo! Sports, i piani alti della NBA in questi giorni starebbero discutendo la possibilità di rinviare delle partite dei playoff in caso di un test positivo al covid-19. Non è stato specificato se ad essere coinvolto può essere un qualsiasi membro di una franchigia o se l’argomento riguarda i soli giocatori.

Una possibilità che al momento pare piuttosto lontana dal prendere vita, considerando che a fine aprile più del 70% dei giocatori ha ricevuto almeno la prima dose del vaccino. Tuttavia ci sono da considerare due aspetti: la postseason non si giocherà più in una bolla come lo scorso anno e settimanalmente la NBA registra in media due nuovi casi di positività.
Riguardo il primo punto, con le arene che ospiteranno tifosi per almeno il 20% della capienza del proprio palazzetto, una certa sicurezza dovrebbe essere garantita dai protocolli sanitari che vengono imposti a chi assiste alle partite. Quanto al secondo invece, che risulta essere quello più critico, bisognerebbe capire come i giocatori che risultano positivi hanno preso il covid: per i playoff potrebbero essere ristrette le attività consentite a giocatori e staff, in modo tale da ridurre al minimo i rischi senza dover ricorrere per forza a delle piccole bolle.

Ricordiamo che da qualche mese non si registrano casi di contagio all’interno di una franchigia, con qualche giocatore (al di là di quelli effettivamente positivi) che sporadicamente viene messo in quarantena in seguito a possibili contatti con persone che potrebbero aver contratto il virus. La possibilità di rinviare qualche partita può essere un grande azzardo, visto che si rischierebbe di compromettere la data di chiusura della postseason o, nel caso in cui questa fosse mantenuta fissa, di far giocare ad alcune squadre un tot di partite in uno spazio molto ristretto che non concede recupero fisico. Senza contare che se un giocatore dovesse entrare nei protocolli sanitari previsti dalla lega, questo dovrebbe scontare un autoisolamento di almeno una settimana, tempistiche di fatto ingestibili a livello di “monitoraggio di squadra” se consideriamo che una serie dei playoff al meglio delle gare si esaurisce in un paio di settimane.

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