Nelle ultime ore James Harden, come riportato da ESPN, ha parlato dell’approccio con cui lui e Nets inizieranno i playoff, a partire dal primo turno contro i Boston Celtics. L’ex Rockets in particolare ha espresso una riflessione riguardo alla correlazione che c’è tra la vittoria e il mettere su, singolarmente, statistiche importanti.
“Quando mettevo su cifre importanti pensavo che vincere fosse l’unica cosa a contare veramente. Eppure quello che facevo non era abbastanza. Quindi, ad un certo punto bisogna capire di cosa si sta parlando. E alla fine vincere è quello che conta.
Affinché la squadra possa vincere non serve che il mio impatto si legga sul foglio delle statistiche. Penso che il compito in qualità di leader sia quello di assicurarmi che tutti stiano giocando bene. Se sto facendo quello, concentrarmi su me stesso diventa l’ultimo dei problemi.
Alcune squadre dicono ‘Dobbiamo pensare a fare bene ciò che ci riesce meglio’, ma alle volte questo non è abbastanza. Per quanto ci riguarda invece può essere considerata una frase azzeccata. Se faremo ciò che ci viene bene, avremo sicuramente una possibilità di vincere”
Approdato a Brooklyn verso metà gennaio, Harden con i Nets ha giocato 36 partite, totalizzando 24.6 punti, 8.5 rimbalzi, 10.9 assist e 1.3 rubate di media con il 47.1% dal campo e il 36.6% dall’arco. L’ex Rockets si è preso in media 16.6 tiri a serata, valore più basso dal 2014 (esattamente come i punti realizzati a match).
Brooklyn, grazie alla formazione dei Big Three, è sicuramente una delle favorite al titolo, anche se c’è grande interesse nell’osservare il rendimento della squadra nella postseason. Il talento c’è, e su quello non ci sono dubbi, ma le insidie e le soprese sono sempre dietro l’angolo. Chiedere ai Warriors targati 2016…