NBA Recap

Young gela il Madison Square Garden, Memphis sorprende Utah

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Gli ultimi primi atti, andati in scena nella notte italiana, hanno visto due sorprese: Hawks e Grizzlies hanno infatti ottenuto delle importanti vittorie in trasferta sul campo rispettivamente di Knicks e Jazz. Che sia solo un fuoco di paglia?


Young ammutolisce il Garden

Dopo le super prestazioni al debutto playoff di Doncic ed Ayton, non poteva mancare anche quella di Trae Young: la giovane star degli Hawks trascina i compagni al successo grazie ad una prova da 32 punti condita dal runner che decide il match ad un secondo dalla conclusione. Knicks che ora sono già sotto pressione.

Avvio di match molto contratto per New York, che sbaglia molto in attacco e in difesa lascia troppi spazi: Atlanta dopo aver toccato il +11 chiude la prima frazione con otto lunghezze di vantaggio. Nel secondo periodo la trama del match cambia, con i padroni di casa che si sbloccano offensivamente e i punteggi che corrono in maniera dinamica. I Knicks si trovano sempre ad inseguire con almeno due possessi di ritardo, ma nella parte finale della prima metà di gara, sfruttando qualche errore in più degli ospiti, Rose e soci annullano completamente il divario e alla pausa lunga si ritrovano sul -2. Nella ripresa si prosegue punto a punto, con i newyorkesi che nel finale della terza frazione provano un piccolo allungo sul +7, annullato da un personalissimo parziale di 5-0 da parte di Lou Williams negli ultimi 30″. Negli ultimi 12′ nessuna delle due squadre riesce a prendere vantaggio sull’altra, così la vittoria viene decisa dagli ultimi possessi: Burks firma il jumper del +3 a 70″ dalla sirena, Bogdanovic nel possesso successivo è autore della tripla del pareggio, New York sbaglia e finisce sul -2 regalando due liberi, Rose impatta con 10″ da giocare e infine Young infila il runner che vale il successo (Randle sbaglia l’ultimo tiro con un solo secondo a disposizione).

Atlanta viene senza dubbio trascinata da un Young autore di una doppia-doppia da 32 punti e 10 assist (primo giocatore dal 2009 a chiudere la partita d’esordio ai PO con 30+ punti e 10+ assist), ma supporti importanti arrivano da parte di Bogdanovic (18 punti) e Williams (13 punti). Capela dà il solito contributo sotto le plance, pur non brillando, mentre Collins rimane un po’ in disparte (12 punti e 7 rimbalzi in 35′). Delude invece il nostro Danilo Gallinari, che chiude il proprio match con solo 7 punti e un pessimo 3/11 al tiro. Hawks che sono bravi nel complesso a sfruttare tutti i vari errori degli avversari, ma l’impressione è che tutto sia nelle mani dei Knicks.
Per quanto riguarda proprio i newyorkesi, serata completamente da dimenticare per Randle, che al proprio debutto nella postseason stecca alla grande con un terribile 6/23 al tiro (15 punti, 12 rimbalzi e 4 assist alla fine). In generale fa comunque male tutto il quintetto titolare, che combina per appena 41 dei 105 punti totali con un orrendo 32% dal campo. A salvare la faccia, e tenere in partita i Knicks, è quindi la panchina: Burks e Rose combinano per 44 punti, 8 rimbalzi e 9 assist con un valido 58% al tiro, con Quickley e Gibson che aggiungono altri 15 punti (in due). Oltre ai problemi legati alla produzione dello starting five, New York ha concesso davvero troppo in fase difensiva, soprattutto riguardo conclusioni in avvicinamento al ferro.




No triple, no party

Per i Jazz la serata era cominciata male con la notizia dell’assenza di Donovan Mitchell, ma la franchigia di Salt Lake City sperava di cavarsela anche senza la propria star, come del resto aveva già dimostrato di saper fare nelle ultime partite della stagione regolare. Il problema è che se il tiro dall’arco non entra (25.5% nella notte) e di fronte si ha una squadra che se prende coraggio concede pochissimo, allora il danno è fatto.

I Grizzlies partono male in attacco, così Conley e soci ne approfittano per cercare di incanalare subito la partita nelle proprie mani: dopo il +7 di fine prima frazione infatti, i padroni di casa arrivano sul +12 nei primi possessi del periodo successivo. Clarkson firma il +14 verso la metà del quarto, ma gli ultimi minuti antecedenti la pausa lunga sono tutti per gli ospiti: Memphis infila infatti un parziale di 27-7 grazie al quale trova la testa del match sul +6 alla pausa lunga. Morant e compagni salgono anche sul +10 ad inizio ripresa, ma Utah torna a produrre offensivamente e non lascia scappare gli avversari. O almeno così sembra: dopo esser tornata sul -1 infatti, la franchigia di Salt Lake City regala qualche passaggio a vuoto e si ritrova ad inseguire nuovamente sulla doppia cifra di svantaggio, chiudendo la terza frazione sotto di nove lunghezze. A 9′ dalla conclusione i Jazz cadono sul -17, ma gli uomini di coach Snyder rimangono concentrati e cinque giri d’orologio più tardi trovano con Bogdanovic la tripla del -6. Memphis però regala davvero poco e tiene i propri avversari sui due possessi di distanza. Proprio quando la partita sembrava chiusa, i Grizzlies inanellano una serie di errori che consentono a Utah di rientrare sul -1 a 6″ dalla conclusione: Brooks si libera del proprio marcatore su rimessa e infila in tranquillità il layup del +3, poi Bogdanovic trova solo il tabellone nel disperato tentativo di impattare il match.

Ottima prova per Dillon Brooks, che mette in mostra un’altra grande prova su ambo le metà campo: il #24 chiude con 31 punti, 7 rimbalzi, 2 rubate e la solita difesa asfissiante. Grande lavoro anche da parte del duo Morant-Valanciunas, che combina per 41 punti, 16 rimbalzi (6 offensivi del lituano) e 7 assist. Un po’ carente invece l’apporto della panchina, che produce appena 19 punti contro i 33 di quella dei Jazz. Memphis che sostanzialmente come contro Golden State è molto brava a sfruttare tutti gli spazi concessi dagli avversari e, a parte quanto visto nell’inizio del match, a trovare il fondo della retina con buona percentuali. Il tutto condito da una buona difesa sia perimetrale che sotto le plance.
Al di là delle palle perse (14), in casa Jazz, come già affermato, il problema principale è derivato da un tiro dall’arco praticamente assente. La franchigia di Salt Lake City conta infatti molto sul tiro dalla lunga distanza e l’incapacità di trovare adeguate soluzioni alternative, se non sporadicamente, ha influito non poco (i 14 liberi segnati in più dei Grizzlies hanno coperto in parte il problema). Senza contare che a livello difensivo la prova è stata assolutamente sottotono, con una concessione di rimbalzi offensivi (16) e facili penetrazioni al ferro. Bogdanovic salva la faccia con 29 punti, Ingles ne aggiunge 11 e Gobert chiude con una doppia-doppia da 11 punti e 15 rimbalzi. Conley si accende solo a tratti, e sebbene chiuda con 22 punti, 6 assist e 11 rimbalzi, conta anche un 6/18 al tiro poco gradevole. Dalla panchina ottimo il supporto di Favors (12 punti e 11 rimbalzi), mentre non incide Clarkson (14 punti, 5/16 dal campo, 0/8 dall’arco).


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