Un finale di stagione deludente per dei Golden State Warriors che, nonostante la pioggia di infortuni caduta su San Francisco per tutto l’anno, erano riusciti a posizionarsi ottavi ad Ovest accedendo così al play-in tournament. Evento alla cui vigilia erano arrivati caldissimi, infilando sei vittorie consecutive dallo scarto medio sugli avversari di 14 punti.
Visti come i più pericolosi nel torneo di qualificazione ai playoff, terrore per qualunque squadra avesse dovuto fronteggiarli in una gara ad eliminazione diretta, hanno finito per perdere due partite consecutive e dover dire addio alla postseason 2021.
Ma questa non è la fine della dinastia dei Warriors. Tutt’altro.
La stagione appena conclusasi ha dato segnali incoraggianti per il futuro della franchigia californiana. La constatazione che, nonostante le importanti assenze, siano stati una squadra capace di competere è un importantissima e promettente conferma per l’organizzazione.
Se la salute li assiste, il prossimo anno sarà tutta un’altra storia, a livello di personale e risultati. Golden State sarà di nuovo una forza con cui misurarsi nella lega.
Dopo una stagione 2019/20 passata praticamente per intero a riposo, Stephen Curry ha recuperato appieno dalla fatiche di cinque viaggi consecutivi alle NBA Finals, disputando una delle migliori annate della sua carriera: oltre al career-high di 32 punti a partita che li è valso il premio di miglior realizzatore (il secondo della sua carriera), il nativo di Akron si è anche qualificato come finalista per il trofeo riservato all’MVP.
Draymond Green, che pareva aver già iniziato un rapido declino della sua carriera, rallentato da multipli infortuni, ha dimostrato invece di essere capace di rimanere sano un’intera stagione e di avere ancora un grande impatto in campo, tanto in attacco quanto in difesa. Registrando un career-high in assist pari a 8.9 a partita, è il primo giocatore della storia a concludere una stagione con le medie di assist e rimbalzi superiori a quella realizzativa.
Se Curry è finalista per l’MVP, Green è in corsa per il premio di Defensive Player of the Year.

Intanto Klay Thompson, la seconda star di San Francisco, fuori da due stagioni per infortuni consecutivi al legamento crociato anteriore e al tendine d’Achille, promette già un trionfale ritorno.
L’imminente ricostituzione del duo degli Splash Brothers proietta un’ombra minacciosa sull’intera lega.
In aggiunta, l’ormai ex rookie James Wiseman, giovane centro dalle promettenti abilità, beneficerà di una stagione di esperienza professionistica e un’offseason di lavoro sulle spalle. Acclimatatosi al livello NBA e al sistema Warriors, ci sarà da aspettarsi immediati progressi.

Oltre alla seconda scelta assoluta dello scorso anno, i californiani potranno probabilmente contare su un’ulteriore lottery pick, quella dell’imminente draft 2021. Una scelta protetta ottenuta nello scambio, ormai rivelatosi un vero e proprio furto ai danni dei Minnesota Timberwolves, che aveva portato Andrew Wiggins nella Bay Area.
Il non esaltante record di stagione regolare permetterà a Golden State di mantenere anche la propria prima scelta 2021, originariamente inviata agli Oklahoma City Thunder con una protezione top 20 nello scambio per Kelly Oubre Jr., convertendola invece nella seconda scelta dei Timberwolves (sempre ottenuta nello scambio Wiggins-Russell).
Al consolidato quintetto titolare si somma il ritorno per quasi la sua interezza di una profonda panchina, potendo contare sulla permanenza contrattuale di elementi come Kevon Looney, Juan Toscano-Anderson, Jordan Poole, Damion Lee, Eric Paschall, Mychal Mulder. Tutti giocatori che conoscono il loro ruolo all’interno del sistema, consapevoli di come interpretarlo efficacemente. Una second unit dal valore maggiore della somma delle singole parti.

L’incertezza riguarda Kent Bazemore e Brad Wanamaker, che potrebbero decidere di tornare per contratti al minimo salariale, mentre Oubre viene già dato per in partenza, consapevole che là fuori ci sono ad aspettarlo più soldi e un ruolo di maggior rilievo di quello che i Warriors possono offrirgli.
In ogni caso, gli ex campioni NBA sembrano già proiettati per essere di nuovo una squadra nella mischia la prossima stagione. Draymond Green ha fatto riferimento ad aggiustamenti del roster per tornare ad essere una contender.
Tuttavia, pare che già allo stato attuale abbiano ottime possibilità. Rimaniamo quindi in attesa di vedere gli ulteriori conigli che Bob Myers sarà in grado di tirar fuori dal cilindro.
In quanto decisi a mantenere a San Francisco le loro star per il resto della loro carriera, un altro titolo è nelle carte di Golden State. Tornare in vetta potrebbe essere la sfida più difficile e più importante per questi Warriors, la conquista che cementerebbe la loro dinastia nella storia dell’NBA.
Articolo a cura di Davide Tovani