Le altre due partite in programma nella notte italiana hanno visto l’agile vittoria dei Nets sui Celtics, grazie soprattutto alle prestazioni dei Big Three, e il secondo successo di fila dei Clippers ai danni dei Mavericks.
I Big Three portano Brooklyn sul 3-1
Gara-3 era stata solo una piccola deviazione da quello che è a tutti gli effetti un destino al quale i Celtics non possono scappare. Evitato lo sweep, privi di Kemba Walker e Robert Williams e con dei Nets intenzionati a non farsi fregare un’altra volta, i biancoverdi hanno ceduto nettamente il passo ai propri avversari nel quarto capitolo della serie. Un match che sostanzialmente dura un quarto, con i Big Three che dalla seconda frazione prendono il controllo delle operazioni e lanciano l’azione dei compagni dilagando prima oltre la doppia cifra di vantaggio e poi arrivando a toccare anche le 20 lunghezze di margine.
Durant ne infila 42 (spaventoso il 14/20 al tiro, accompagnato da un perfetto 11/11 ai liberi), Harden ne aggiunge 23 conditi da 18 assist e Irving cancella la brutta prestazione di gara-3 firmandone 39 (a cui unisce 11 rimbalzi): con i Big Three che combinano per 104 punti con il 58.9% dal campo e il 55% dall’arco c’è assolutamente poco da fare. Figuriamoci poi se alla festa si aggiungono un timido Harris da 14 punti e un intraprendente Brown da 14 cucuzze. I newyorkesi si affidano ai propri tre uomini migliori per reindirizzare la serie sui binari giusti e martedì notte dovrebbe arrivare il punto decisivo.
Dal canto loro i Celtics combattono come possono, ma è una battaglia – neanche a dirlo – assolutamente ad armi impari. Tatum ne infila altri 40, ma il prodotto di Duke non trova alcun supporto, se non in casi sporadici. Uniche note positive sono le prestazioni di Pritchard, Nesmith e Parker in uscita dalla panchina, coni tre che fruttano 33 punti con un ottimo 13/20 al tiro.
I Clippers recuperano Dallas
Prestazione non eccellente, ma incisiva quanto basta: i Clippers in Texas si sono scossi e dopo la vittoria di gara-3 si portano a casa anche il quarto atto, impattando sul 2-2 la serie con i Mavericks. Un match condotto praticamente fin dall’inizio, con i losangelini che prendono il largo ben oltre la doppia cifra di vantaggio già nella seconda frazione. Da evidenziare comunque che al crescere di Leonard e soci e sostanzialmente andato di pari passo un bel calo di Dallas, non propriamente dettato dalla difesa forsennata degli avversari.
Doncic chiude con 19 punti, 6 rimbalzi, 6 assist, 4 perse ed un orrendo 9/24 dal campo (condito da uno 0/5 ai liberi), Hardaway Jr. firma appena 4 punti in 25′, Finney-Smith e Brunson combinano per 15 punti tirando 5/17 dal campo. Uniamoci lo 0/3 di Kleber e il 2/7 di Richardson e la frittata offensiva è servita. In una serata in cui per assurdo si salva Porzingis (18 punti, 7/12 dal campo), i Mavericks chiudono con il 34.8% complessivo al tiro e il 16.7% dalla lunga distanza, dando vita ad un vero e proprio incubo per i tifosi sugli spalti. Crisi offensiva che peraltro non viene assolutamente controbilanciata dalla difesa, troppo permissiva nel concedere facili penetrazioni e poco attenta sulle rotazioni perimetrali.
Dall’altro invece il grande condottiero è un Kawhi Leonard da 29 punti (11/15 dal campo), 10 rimbalzi, 3 assist, 2 rubate e 2 stoppate. L’ex Raptors viene supportato da un po’ tutta la squadra, con varie pedine in grado di colpire quando chiamate in causa. In evidenza per i losangelini si mettono anche George (20 punti, 9 rimbalzi), Jackson (15 punti), Batum (10 punti, 5 rimbalzi, 4 rubate, 2 stoppate) e Rondo (7 punti, 5 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 1 stoppata), ma più in generale risulta efficiente l’intera organizzazione di una franchigia che sembra aver cambiato totalmente faccia rispetto alle prime due partite. I Clippers non stanno ancora giocando al meglio delle proprie possibilità, ma intanto hanno cominciato ad ingranare e da qui in avanti possono solo crescere.