In un recente intervento al podcast The Stupodity, Stan Van Gundy ha parlato della fine della sua avventura ai New Orleans Pelicans, venendo licenziato dopo appena una (deludente) stagione.
“Direi che la cosa si possa riassumere così: non voglio essere in un posto dove non mi vogliono. E loro non mi volevano. A quel punto non avrei certo lottato per rimanere. (La separazione) Non è stata una scelta condivisa.
Semplicemente non eravamo sulla stessa lunghezza d’onda su cosa significhi allenare, su come un allenatore debba essere valutato e su altre cose di questo tipo. Avevamo visioni completamente diverse. La cosa probabilmente è diventata già un po’ evidente durante la stagione, sicuramente alla sua fine. Chi ha ragione e chi ha torto è una questione di prospettiva individuale, il fatto è che non eravamo sulla stessa lunghezza d’onda e vedevamo le cose in maniera diversa”
Van Gundy che in gran parte si riferisce al rapporto avuto con David Griffin, vice president of basketball operations, concentrandosi sulle differenze emerse riguardo i metodi dell’allenatore e i punti attraverso cui debba essere valutato. Non è tuttavia chiaro quale sia la visione dell’ex head coach dei Pelicans, messo alla porta dopo il primo dei suoi tre anni di contratto in seguito ad una stagione ritenuta fallimentare (nessun vero passo avanti in difesa e mancato raggiungimento del play-in) e al malcontento creato nello spogliatoio.
A questo punto c’è da chiedersi, visto che la figura di Van Gundy – così come le sue modalità – è nota, perché New Orleans abbia deciso di affidare il proprio rilancio al 61enne californiano.
Al momento il posto a capo della panchina rimane vacante e la franchigia della Louisiana pare debba ancora mettersi seriamente a cercare un sostituto.