Focus NBA

Un’estate a Las Vegas

Lettura 3 Minuti

È terminata da qualche giorno la Summer League di Las Vegas. Dopo dodici mesi di assenza, la NBA è tornata a “Sin City” per la sua rassegna estiva di punta, un appuntamento ormai diventato centrale per la lega nella sua attività di sviluppo del brand.

Tralasciando l’esito della competizione (hanno vinto i Sacramento Kings), la Summer League è stata l’occasione per approfondire la conoscenza dei migliori giovani della NBA. L’attenzione di tutti era rivolta, ovviamente, verso i protagonisti dell’ultimo Draft alla loro prima uscita NBA.
Scopriamo quali sono stati i più convincenti, ricordando come la competizione possa assomigliare al Sahara, per i miraggi che può provocare (basta pensare al poco successo di Anthony Randolph, Josh Selby, Randy Foye, Jarryd Bayless, tutti scintillanti nella città più grande del Nevada…).

Se parliamo di rookie, non si può che cominciare da Cade Cunningham e Jalen Green, le prime due scelte al Draft 2021. Per promuovere una rivalità che si annuncia duratura, la NBA ha anche pensato di metterli subito uno contro l’altro, programmando un Detroit-Houston molto atteso. Il duello non è stato epocale, anche se entrambi hanno chiuso oltre i 20 punti e regalato al pubblico qualche bell’azione individuale: la più apprezzata è stata sicuramente la tripla di Cunningham in “step back”, dopo che aveva disorientato proprio Green con un pregevole crossover.

Crossover e tripla per Cade Cunningham nel duello con Jalen Green

Cunningham non ha tirato benissimo (42% dal campo), ma ha confermato la leadership innata e l’estrema versatilità. Con una scelta condivisibile, soprattutto in vista del prossimo campionato, lo staff tecnico ha deciso di affidare il compito di regista a Killian Hayes (che non ha convinto…), schierando Cade prevalentemente “off the ball”, cosi la prima scelta assoluta ne ha approfittato per ricordare a tutti di essere un ottimo tiratore (50% da tre punti su quasi 9 tentativi a partita). La sensazione, comunque, è che Cunningham avrà tanto la palla in mano nel suo futuro, così da sfruttare al massimo le sue qualità come creatore di gioco.

Le percentuali di Green, invece, sono state eccellenti, confermando quanto il californiano sia uno scorer implacabile. La facilità nell’arrivare al ferro, e guadagnarsi tanti liberi, abbinata all’efficacissimo tiro da tre punti (52%), fondamentale che non doveva essere così avanzato, non può che scatenare l’entusiasmo dei tifosi. Se le prove di Las Vegas saranno confermate in regular season, abbiamo già il favorito per il premio di Rookie of the Year.

A Orlando non avevano bisogno di conferme, ma sono stati felici di ammirare le prove di Jalen Suggs. L’infortunio al pollice destro gli ha impedito di concludere la Summer League, ma le tre partite disputate sono state più che sufficienti per colpire staff tecnico e avversari. La “stat line” (24 punti, 9 rimbalzi, 3 stoppate) registrata contro i Warriors ha confermato quanto il livello atletico sia davvero di prim’ordine anche in una lega fisica come la NBA. I paragoni con Russell Westbrook, affiorati ai tempi di Gonzaga, sembrano meno esagerati.

Sulla scelta di Davion Mitchell da parte dei Kings c’è invece ancora qualche dubbio, ma più per l’affollamento nel reparto guardie (Fox, Haliburton, Hield) che per la poca fiducia nella nuova matricola. In Nevada, Davion ha confermato quanto era emerso durante la cavalcata di Baylor verso il Titolo NCAA: regista sicuro, tiratore efficace (47% dalla distanza), difensore arcigno anche contro avversari più alti. Per conferma, chiedere al povero James Bouknight, soffocato dalla pressione di Davion e costretto a un misero 4/11 dal campo e 4 perse, oppure a Payton Pritchard, limitato a 4 punti (2/8 al tiro) e 4 palle perse nella finale.

L’asfissiante difesa di Davion Mitchell ai danni del malcapitato James Bouknight

Per assicurarsi Alperen Sengun i Rockets hanno scalato il Draft fino alla 16° scelta, e dopo Las Vegas sembrano aver fatto il colpaccio. Il turco ha preso possesso del post basso, mostrando tutta la tecnica individuale che lo aveva messo sul taccuino degli scout di stanza in Europa. Particolarmente interessante la capacità di agire come distributore oltre che come finalizzatore. Un buon prospetto da seguire per verificarne l’efficacia anche contro i “grandi”.

Anche Trey Murphy era l’oggetto del desiderio di New Orleans, solo che i Pelicans sono scesi di posizione per assicurarselo (nello scambio che ha portato Steven Adams e la scelta numero 10 a Memphis). L’ex Virginia ha confermato di possedere le qualità che gli avevano permesso di salire repentinamente nelle considerazioni degli scout nei giorni precedenti al Draft, ovvero il tiro da tre punti estremamente efficace (44%) e la competentissima difesa. Sembra il profilo ideale da affiancare a Zion Williamson e Brandon Ingram.

Vi avevamo avvertito nell’articolo di presentazione dei giocatori scelti al Draft, Cam Thomas è un realizzatore come se ne vedono pochi. A Las Vegas non si è smentito, viaggiando a 27 punti di media e sciorinando tutto il suo repertorio, dal tiro dalla distanza alla capacità di andare in lunetta (oltre 9 tentativi a partita). Riuscirà a mantenere tanta efficacia anche accanto ai “Big Three” di Brooklyn?


Tanto talento in entrata nella NBA. Attenzione ai miraggi però…

Articoli collegati
Focus NBA

Il Ballo dei Debuttanti: il verdetto

Lettura 3 Minuti
Se la NBA ha già comunicato da qualche giorno le sue decisioni in merito ai riconoscimenti riservati alle matricole, oggi è il…
Focus NCAA

Un anno sui banchi di scuola

Lettura 6 Minuti
E’ passato quasi un mese dalla sirena che ha chiuso la Final Four di New Orleans, quindi è arrivato il tempo di…
Focus NBA

IL Ballo dei Debuttanti

Lettura 4 Minuti
Penultimo appuntamento con la nostra rubrica dedicata alle matricole. Andiamo a verificare l’andamento delle giovani speranze nell’ultimo mese di Regular Season. IL…