Bella grana per i Golden State Warriors. Andrew Wiggins non si è infatti ancora vaccinato, e non sarebbe neppure intenzionato a farlo, rischiando di conseguenza di non poter partecipare agli allenamenti. Il divieto non arriva dalla NBA, che non ha disposto nessun obbligo vaccinale nei confronti dei giocatori, ma proviene da un provvedimento della città di San Francisco: la capitale: Fog City ha infatti adottato le misure più strette nei confronti della pandemia da covid e consente l’accesso ai palazzetti (e alle strutture di allenamento) solo con la certificazione di avvenuta vaccinazione, anche se ci possono essere eccezioni legate a motivi medici o religiosi.
Di conseguenza il canadese ad oggi non potrebbe né allenarsi nelle strutture della franchigia né, di conseguenza, giocare le partite casalinghe.
La NBA starebbe provando a cercare una soluzione, valutando un’eccezione religiosa, ma ciò potrebbe non bastare, in quanto le autorità locali hanno un potere superiore rispetto a quello della lega in merito alle questioni sanitarie. Al momento, contattato dal San Fracisco Chronicle, il San Francisco Department of Public Health non ha voluto rilasciare commenti riguardo la situazione di Wiggins, così come i Warriors.
La situazione appare ancora più difficile se si considera che il classe 1995 prodotto di Kansas sia scettico nei confronti della vaccinazione. Lo aveva già affermato lo scorso marzo, e le sue posizioni negli ultimi mesi non sono di certo cambiate, visto che anche un confronto (voluto dalla franchigia) avuto con un medico di Oakland non è servito a convincerlo.
Ormai manca meno di un mese all’inizio della regular season, ma soprattutto durante la prossima settimana inizieranno i training camp. Il tempo quindi stringe per Golden State (e Wiggins). Il canadese, e questa è l’unica sicurezza del momento, andrebbe a perdere 350.000 dollari dal proprio stipendio per ogni partita che sarebbe costretto a saltare.