Non hanno fine le discussioni in merito alla situazione creatasi tra Ben Simmons e i Philadelphia 76ers, e non poteva di certo essere altrimenti dopo la notizia uscita qualche giorno fa che indicava i tifosi della Pennsylvania e Joel Embiid come principali motivazioni della decisione del giocatore australiano.
In particolare, il prodotto di LSU – il cui pensiero è stato riportato indirettamente, senza quindi conferme ma neanche smentite – avrebbe sofferto il gioco del centro camerunense e la volontà della franchigia di costruire la squadra intorno al compagno. Osservazioni che Embiid non ha ascoltato passivamente e che ha deciso di rispedire al mittente.
“La nostra squadra è sempre stata costruita intorno alle sue necessità. Devo dire che sono sorpreso di vedere quello che sta accadendo. Abbiamo sempre avuto tiratori. Per gran parte della mia carriera io stesso ho dovuto giocare fuori dalla linea da tre punti, e non è che mi dispiaccia. Mi piace giocare a basket, mi piace fare qualsiasi cosa serva su un campo da basket e credo di poter rendere chiunque un giocatore migliore.
Ma se torniamo indietro a quando abbiamo firmato Al (Horford), è perché ci fosse sempre bisogno di uno stretch five in campo. Abbiamo lasciato andare via Jimmy (Butler), che penso tuttora esser stato un errore, solo per far sì che Ben potesse avere la palla in mano.
Siamo una squadra migliore con lui, su questo non c’è dubbio. Stiamo ancora sperando che cambi idea. La situazione però è strana, molto deludente e anche irrispettosa nei confronti di chi si sta giocando il proprio lavoro. Ci sono giocatori che sperano che la squadra rimanga competitiva per restare nella lega e guadagnarsi da vivere. Se sei in una squadra vincente avrai sempre un posto nella lega, solo perché facevi parte del gruppo e hai contribuito”
Il buon Joel non trattiene di certo le sue idee, dimostrando da un lato una buona dose di sincerità ed oggettività (anche se rimane vero il fatto che il gioco di Simmons sia influenzato da quello di Embiid), e dall’altro un certo attaccamento al nativo di Melbourne.