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Opening night 2021-22: i Bucks domano i Nets, i Warriors sorprendono i Lakers

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Stanotte si è aperta ufficialmente la regular season 2021-2022 e con essa il 75° anno di vita della NBA. L’opening night serviva solo due partite, ma decisamente di rilievo: Bucks vs Nets, in un rematch delle Eastern Conference Semifinals dello scorso anno, e Lakers vs Warriors, franchigie che si erano scontrate al turno decisivo del play-in per l’ultimo posto ai playoff.
A partire con il piede giusto sono rispettivamente Milwaukee e Golden State, che, trascinate dalle proprie star, ottengono delle convincenti vittorie.


Antetokounmpo guida i Bucks

Nel vero e proprio match inaugurale della nuova stagione, i Bucks riprendono da dove avevano finito lo scorso anno e domano i Nets. Una partita che non hai avuto storia, con Milwaukee che ha letteralmente dominato dall’inizio alla fine, nonostante comunque Brooklyn sia crollata solo nella seconda parte dell’ultima frazione.

A guidare i campioni in carica non poteva che essere Giannis Antetokounmpo, autore di una super prestazione da 32 punti, 14 rimbalzi (5 dei quali offensivi), 7 assist e 2 stoppate: il due volte MVP ha decisamente dominato nel pitturato, chiudendo al ferro in prima persona o trovando ottimi scarichi per i compagni. A fianco al greco troviamo il solito Khris Middleton (20 punti, 9 rimbalzi, 3 assist) e il duo in uscita dalla panchina composto da Connaughton e Nwora (rispettivamente 20 e 15 punti con un complessivo 7/15 dall’arco).
In generale i Bucks giocano un’ottima partita a livello difensivo, concedendo davvero poco respiro a livello perimetrale e pochi spazi nel pitturato. Offensivamente invece ottimo il contenimento delle palle perse (7).

Dall’altro lato a farsi sentire è solo la coppia formata da Kevin Durant (32 punti, 11 rimbalzi, 4 assist e 2 stoppate) e James Harden (20 punti, 8 rimbalzi, 8 assist e 2 stoppate), a cui va comunque aggiunta la prestazione assolutamente positiva di Patty Mills in uscita dalla panchina (21 punti, 2 rimbalzi, 2 assist, 1 rubata, 1 stoppata, 0 perse, 7/7 dall’arco). Per il resto si salva solo Nicolas Claxton (12 punti e 7 rimbalzi).
L’assenza di Kyrie Irving si fa sentire offensivamente, visto che Harris, Griffin, Aldridge, Johnson e Carter combinano per appena 17 punti, mentre a livello difensivo la truppa di coach Nash non è riuscita a incidere sotto le plance, soffrendo così il gioco sotto canestro e arrivando in ritardo sui vari scarichi perimetrali.


La tripla-doppia di Curry guida i Warriors

Nell’altro match della notte, andato in scena alle 04:00 italiane, i Warriors hanno sorpreso i Lakers e sbancato lo Staples Center. La truppa di coach Steve Kerr, che si è imposta nella seconda parte dell’ultimo periodo (dopo una partita molto equilibrata), è stata guidata come al solito da Stephen Curry: il #30 non ha brillato dal punto di vista realizzativo (5/21 dal campo, 2/8 dall’arco, 9/9 ai liberi), ma ha messo in campo una prestazione valida a 360° che gli ha permesso di chiudere con una tripla-doppia (21 punti, 10 rimbalzi e 10 assist) condita da 3 palle rubate.

A supporto di Curry troviamo le ottime prove di Jordan Poole (20 punti, 3 assist, 1 rubata, 8/18 dal campo) e soprattutto Nemanja Bjelica (15 punti, 11 rimbalzi, 4 assist, 1 rubata, 6/7 dal campo), con quest’ultimo che sembra essersi inserito davvero bene nel sistema della franchigia di San Francisco. In doppia cifra anche Lee (15 punti), Iguodala (12 punti) e Wiggins (12 punti), mente Draymond Green come al solito presenta un tabellino completo (6 punti, 8 rimbalzi, 6 assist).
In generale Golden State ha disputato una valida partita, dimostrando una discreta solidità difensiva e una buonissima circolazione di palla in attacco (17 perse sono però tante).

Dall’altro lato invece ai gialloviola non bastano le super doppie-doppie dei soliti LeBron James (34 punti, 11 rimbalzi, 5 assist, 13/23 al tiro) ed Anthony Davis (33 punti, 11 rimbalzi, 2 stoppate, 15/26 al tiro), unici due giocatori incisivi. I Lakers non presentano altri uomini in doppia-cifra, con un Russell Westbrook ancora in fase di rodaggio (8 punti, 5 rimbalzi, 4 assist, 4/13 al tiro, -23 di +/-) e una panchina che ha offerto una prova appena sufficiente su ambo i lati del campo (Anthony chiude con 9 punti e 3/9 al tiro).
I losangelini hanno giocato con troppa discontinuità offensiva (scarsa, o poco proficua, circolazione di palla) e troppo superficialmente in difesa, lasciando spesso sguarnito il pitturato e mancando svariate volte l’aiuto difensivo. Diciamo che le sei sconfitte in altrettante partite durante la preseason erano sintomo di qualcosa.

Da segnalare la grande differenza dalla lunetta: i Warriors convertono ben 25 dei 30 liberi tentati, mentre i Lakers tirano dalla linea della carità solo 19 volte, sbagliando ben 10 conclusioni.

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