Dopo aver ricevuto una calda accoglienza al suo ingresso in campo, per Russell Westbrook il ritorno da Laker a OKC è stato un incubo.
Non solo infatti la franchigia losangelina getta nel gabinetto 26 punti di vantaggio nel giro di due quarti, arrivando a perdere un match già vinto contro una squadra tutto meno che irresistibile, ma l’ex Thunder e Rockets mette in campo una prova decisamente deludente.
Posto che la tripla-doppia non può essere considerata un metro di giudizio sulla serata di un giocatore, se da un lato i 14 rimbalzi e i 13 assist possono risultare qualcosa di positivo, dall’altro i 20 punti ottenuti con un 8/20 dal campo (2/8 dall’arco) e le 10 palle perse ribaltano completamente la situazione. Come ciliegina sulla torta troviamo anche l’espulsione per doppio tecnico avvenuta a 1.5 secondi dalla conclusione di un match chiuso: con i Thunder sul +5 a 4″ dalla sirena, Darius Bazley intercetta una rimessa e vola in contropiede a schiacciare, cosa che non piace affatto a Westbrook. Bazley avrebbe potuto evitare? Certo, ma se consideriamo che è un classe 2000 e che ha appena superato in rimonta i Los Angeles Lakers, quell’entusiasmo può anche essere giustificato. Dall’altro lato, nonostante il bagaglio di esperienza accumulato, Russ probabilmente non ha retto il nervosismo derivante dalla sconfitta e dalla sua prestazione sotto la media.
Westbrook che stanotte accumula così la sua sesta “quadruple-hobble” (quadrupla-doppia contando le palle perse) in carriera, leader per distacco di questa speciale classifica di cui si tiene conto dal 1980 (il secondo è James Harden, a quota 3).
Per il prodotto di UCLA arrivano però anche notizie positive, visto che ha sforato quota 7.000 rimbalzi in carriera, diventando così il quarto giocatore nella storia della NBA (dopo Oscar Robertson, Jason Kidd e LeBron James) a riuscirci accoppiandoci almeno 7.000 assist.