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The Clash

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Il titolo, ovviamente, non ha niente a che vedere con Joe Strummer e gli altri componenti della mitica band inglese. Si parla di basket, e lo scontro a cui dedichiamo queste righe riguarda quello tra Cade Cunningham e Jalen Green, le prime due chiamate dell’ultimo Draft. Una rivalità che affonda le radici fin dalla loro giovanissima carriera, con Cade e Jalen a battagliare ogni anno per il primo posto nelle varie graduatorie dei migliori prospetti liceali.

Lo scorso 10 novembre i duellanti hanno incrociato le armi per la prima volta da quando sono diventati giocatori NBA. Delle armi, per la verità, con le polveri bagnate, come dimostrano le prestazioni precedenti al loro incontro. Queste le statistiche prima di scendere in campo:

  • Jalen Green: 13.6 punti, 35.3% dal campo, 28.6% da tre punti, 3.1 rimbalzi, 3 assist;
  • Cade Cunningham: 10.8 punti, 23.2% dal campo, 14.3% da tre punti, 5.8 rimbalzi, 2 assist.

Per fortuna i due talenti hanno dimenticato le difficoltà che, finora, hanno caratterizzato il loro debutto nella lega, dando luogo a uno spettacolo degno dell’attesa. La partita è stata avvincente, con le due squadre a lottare per la vittoria fino al fischio finale.
Cunningham ha commesso il secondo fallo all’inizio del primo quarto, condannandosi a un precoce richiamo in panchina. Una volta rientrato, però, ha iniziato a giocare come tutti i tifosi di Detroit auspicavano al momento della sua selezione come prima scelta assoluta. Farà loro piacere soprattutto la compostezza nel finale di partita: a metà del quarto periodo ha segnato una tripla fondamentale per fermare l’emorragia offensiva dei Pistons, interrompendo il parziale di 10-0 dei Rockets; a poco meno di due minuti dal termine, con un sontuoso lay-up in virata sigilla invece la vittoria finale.
Coach Dwane Casey ha rimarcato proprio la freddezza di Cade: ”E’ esattamente quello che faceva a Oklahoma State. Ha preteso la palla e gestito al meglio i momenti chiave. Più è importante il possesso, e meglio gioca. È nel suo DNA. Lo abbiamo selezionato anche per questa sua qualità“.

Per Cunningham, la partita di Houston aveva un’ulteriore motivazione: essendo di Arlington (sobborgo di Dallas), in tribuna gli amici e i parenti avrebbero potuto ammirarlo per la prima volta con la divisa dei Pistons. Un ritorno a casa felice, sia per la vittoria che per il career-high di 20 punti. Una prestazione che scaccia un po’ la pressione che iniziava a calare sulle spalle di Cade, viste le prime partite molto deludenti.

Ogni partita mi sento molto più a mio agio. Quello che cerco è la continuità“.

Green, dal canto suo, ha segnato 23 punti, distinguendosi per la facilità nell’arrivare al ferro (pregevoli due appoggi al tabellone sfruttando il consueto “hang time”). Jalen ha soprattutto regalato al pubblico del Toyota Center l’emozione più forte: a poco meno di quattro minuti dalla fine del terzo quarto, ha ricevuto il ribaltamento sul lato destro della difesa avversaria e, vedendosi di fronte Cade, non ha esitato ad attaccarlo. Palleggio, partenza fulminea lungo la linea di fondo, stacco e affondata bimane. Nel festeggiare è partito anche un commento irriguardoso verso Cunningham, prontamente punito dagli arbitri con il classico tecnico. L’azione ha sublimato un terzo quarto fantastico: 12 punti (con 2/3 dall’arco) decisivi per far restare a contatto i Rockets fino alla fine. Purtroppo il talento californiano non ha saputo replicare tanta qualità nella quarta frazione, lasciando la scena a Cade e ai suoi Pistons.

La bimane di Jalen Green che ha scaldato il Toyota Center

A Houston si coccolano la giovane guardia. “Velocità e atletismo sono difficilmente pareggiabili, ma ciò che stupisce è come stia crescendo la comprensione del gioco”, il complimento di John Lucas (attuale responsabile dello sviluppo del roster dei Rockets) può essere considerato di parte, ma la storia e il rispetto di cui gode l’ex playmaker sembrano una garanzia sulle qualità di Jalen.

Adesso non resta che attendere la rivincita: appuntamento a Detroit il 18 dicembre.

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