Come riportato da Adrian Wojnarowski, la variante Omicron sta mettendo a dura prova la NBA sotto ogni punto di vista. Non solo infatti c’è un boom di giocatori in quarantena e si riscontrano altri casi tra gli allenatori (attualmente sono sette gli isolati), ma anche il comparto arbitri sta attraversando un momento di difficoltà.
Il covid ha infatti messo ko 25 dei 70 fischietti attualmente attivi a livello NBA, ovvero il 36% di essi, con la lega che è stata costretta a promuovere in maniera provvisoria alcuni uomini in grigio della G League. Cosa resa possibile dal rinvio del campionato di sviluppo, il cui inizio è stato spostato al 5 gennaio per consentire alle franchigie NBA di attingere dalle affiliate i giocatori necessari a tappare i buchi a roster causati dal covid.
ESPN afferma che il 100% degli arbitri ha completato il ciclo vaccinale e che solo una piccola percentuale di essi non ha ancora ricevuto la dose booster (a causa di impegni in trasferta). Entro mercoledì prossimo verranno comunque effettuate le iniezioni rimanenti.
Al momento gli arbitri non godono degli stessi benefit delle franchigie, come l’accesso a voli charter o hotel 5 stelle, ma la NBA negli ultimi giorni sta lavorando con la NBRA (National Basketball Referees Association) per aumentare i servizi a favore dei direttori di gara in modo da limitare la loro esposizione al virus.