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Russell Westbrook: “Palle perse ed errori al tiro fanno parte del gioco”

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Nella partita vinta di misura dai Los Angeles Lakers contro i Minnesota Timberwolves, Russell Westbrook ha registrato 20 punti, 3 rimbalzi, 5 assist e ben 9 palle rubate, tirando 7/16 dal campo, 0/5 dall’arco e 6/8 ai liberi. Una stat line che, con particolare riferimento agli errori dalla lunga distanza e alle tante palle perse, lo ha messo, nonostante il successo gialloviola, al centro di nuove critiche.

Considerato infatti non solo quanto viene pagato, ma anche il motivo per cui era stato preso quest’estate, Westbrook ad oggi non si è affatto dimostrato all’altezza e, cosa peggiore, non ha neanche cercato di invertire il proprio senso di marcia. Queste ad esempio sono le parole con cui si è “giustificato” al termine della performance contro i T-Wolves.

“Non sono d’accordo quando mi si dice che non ho giocato una buona partita. Il mio match non è condizionato da errori al tiro o palle perse, perché sbagliare fa parte del gioco. So che posso farlo come qualsiasi altro giocatore sul parquet. Ma se si guarda nel complesso una prestazione, ci si rende conto che ci sono altre cose che determinano l’impatto di un giocatore: i rimbalzi, la capacità di fare le letture giuste, fare un tagliafuori. Il discorso è essere in grado di giocare a pallacanestro, non di contare di palle perse”

In parte Westrook avrebbe anche ragione, dato che effettivamente le performance di un giocatore non si basano esclusivamente su un paio di statistiche tradizionali. Bisogna dire tuttavia che l’ex Thunder e Rockets ha scelto la partita sbagliata in cui fare un’uscita di questo tipo, oltre al fatto che pare non rendersi conto del peso dei suoi errori.

Contro Minnesota non ha perso 2/3 palloni, ma 9, e quasi tutti piuttosto stupidamente; non ha sbagliato qualche tiro, ma ha commesso più errori dei canestri realizzati, e a pesare sono unicamente i tentativi dalla lunga distanza, di certo non l’arma principale di Russ. Infine, nella notte ha catturato appena 3 rimbalzi, cinque in meno della media stagionale, e dei 5 assist distribuiti solo 2 possono essere considerate delle buone letture.

Se poi si vuole parlare più in generale della capacità di Westbrook di fare il tagliafuori e conquistare i rimbalzi, beh è un po’ come parlare del nulla, visto che in stagione solo 2.5 rimbalzi su 8.1 sono contestati (30.9%, e le precedenti stagioni raccontano numeri peggiori: 2.8/11.5 nel 2021, 2.3/7.9 nel 2020, 1.8/11.1 nel 2019, 2.2/10.1 nel 2018). Così come, sempre parlando in generale, di certo Brodie non è noto per il suo QI nella shot selection, con jumper improvvisati o penetrazioni sconclusionate a testa bassa. E della difesa possiamo anche non parlare.

Quindi, ricapitolando, giusto affermare che errori al tiro e palle perse non definiscono per forza un giocatore, ma se queste due statistiche diventano una costante e sono per di più influenzate da una capacità di scelta tutt’altro che ottima, il discorso cambia. Un giocatore può mettere tutta l’energia del mondo sul parquet, ma se è indirizzata nella maniera sbagliata risulta solo che dannosa.

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