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All-Star Game 2022: 10 possibili debuttanti

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L’All-Star Weekend 2022 si avvicina a grandi passi. Quella in programma a Cleveland viene annunciata come un’edizione memorabile dell’evento, durante la quale verranno celebrati i 75 (+1) migliori giocatori della storia NBA. Tre di questi, ovvero Kawhi Leonard, Anthony Davis e Damian Lillard, non saranno quasi certamente arruolabili per la partita della domenica causa infortunio. Per lo stesso motivo non ci dovrebbe essere un habitué come Paul George, ai box per un problema al gomito, mentre altri pluri-All-Star come Kyrie Irving e Klay Thompson pagheranno il fatto di aver appena cominciato il loro 2021/22. Ci sono quindi diversi posti liberi nella lista dei 24 nomi che comporranno i due All-Star Team (i titolari verranno annunciati il 27 gennaio, la settimana dopo toccherà alle riserve), e si apre più di uno spiraglio per possibili debutti.

Vediamo, in ordine inverso di probabilità, chi ha le maggiori chance di esordire all’All-Star Game 2022.


10 – Dejounte Murray (San Antonio Spurs) e Shai Gilgeous-Alexander (Oklahoma City Thunder)

Shai Gilgeous-Alexander (a sinistra) e Dejounte Murray

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio)
Murray: 18.8 punti, 8.2 rimbalzi e 8.9 assist in 34.3 minuti, 44% dal campo, 34% dall’arco, 71% dalla lunetta
Gilgeous-Alexander: 22.5 punti, 4.8 rimbalzi e 5.3 assist in 34.9 minuti, 42% dal campo, 28% dall’arco, 77% dalla lunetta
Record di squadra: Spurs 15 vittorie – 26 sconfitte ; Thunder 14 vittorie – 27 sconfitte (rispettivamente 13° e 14° posto nella Western Conference)

Le due giovani guardie sono accomunate dal fatto di brillare individualmente in squadre con un pessimo record, cosa che dovrebbe quindi compromettere la loro convocazione. Murray sembra finalmente aver compiuto il salto di qualità che coach Gregg Popovich aspettava da anni: la partenza di DeMar DeRozan gli ha garantito più spazio e maggiori responsabilità, e lui ha ricambiato crescendo visibilmente in tutti gli aspetti del gioco. Al momento è leader NBA per recuperi (2.1 di media) e nel suo avvio di stagione ci sono anche 7 triple-doppie, a dimostrare la trasformazione del n°5 in un giocatore sempre più completo. SGA sta invece confermando le cifre e il rendimento della scorsa stagione, però anche i suoi Thunder stanno riproponendo il copione del 2020/21: sconfitte a profusione per ottenere il miglior posizionamento possibile in sede di Draft.


9 – Anthony Edwards (Minnesota Timberwolves)

Anthony Edwards, alla seconda stagione NBA

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 22.6 punti, 5.4 rimbalzi e 3.7 assist in 35.5 minuti, 44% dal campo, 37% dall’arco, 80% dalla lunetta
Record di squadra: 20 vittorie – 22 sconfitte (9° posto nella Western Conference)

Dopo un’ottima stagione da rookie, la prima scelta assoluta del draft 2020 è salita ulteriormente di livello, imponendosi come una delle grandi attrazioni della NBA 2021/22. Alle solite giocate spettacolari, che tutti aspettano con ansia ogni volta che scende in campo, Edwards ha unito una leadership sempre più evidente, che spesso lo ha reso il vero go-to-guy dei Timberwolves. La squadra di Chris Finch, finalmente al completo dopo gli svariati problemi che hanno condizionato le scorse stagioni, si è stabilizzata in zona play-in e sta regalando un barlume di speranza ai poveri tifosi del Minnesota. Nel 2021/22 di ‘Ant-Man’ ci sono anche una prova da 48 punti al Chase Center (10 novembre) e una partita da 38 punti e 10/14 dall’arco contro i Denver Nuggets (15 dicembre).


8 – Tyler Herro (Miami Heat)

Tyler Herro, sesto uomo dei Miami Heat

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 20.7 punti, 5.1 rimbalzi e 4.1 assist in 32.9 minuti, 43% dal campo, 38% dall’arco, 87% dalla lunetta
Record di squadra: 26 vittorie – 15 sconfitte (2° posto nella Eastern Conference)

La splendida stagione d’esordio, culminata con le Finals giocate da protagonista nella ‘bolla’ di Orlando, aveva portato enormi aspettative sulle spalle del ragazzo da Kentucky. Nel 2020/21 sembrava però aver compiuto diversi passi indietro, soprattutto in termini di approccio alle partite. Nei primi mesi della nuova stagione si è invece visto un Tyler Herro più concreto che mai, che in uscita dalla panchina si sta rivelando un’arma letale per coach Erik Spoelstra. Al momento, il #14 degli Heat è il favorito indiscusso al premio di 6th Man Of The Year, e si potrebbe considerare anche nelle discussioni sul giocatore più migliorato. Chissà che le sue cifre altisonanti e l’ottimo record di Miami (nonostante i tanti infortuni) possano spalancare a Tyler le porte dell’All-Star Game.


7 – Deandre Ayton (Phoenix Suns)

Deandre Ayton sarà il terzo All-Star dei Suns?

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 16.8 punti, 10.9 rimbalzi e 1.5 assist in 30.7 minuti, 63% dal campo, 14% dall’arco, 71% dalla lunetta
Record di squadra: 31 vittorie – 9 sconfitte (1° posto nella Western Conference)

Le cifre non dicono molto del reale impatto di Ayton sulla grande stagione dei Suns, al momento la migliore squadra NBA. Il centro bahamense aveva numeri migliori due anni fa, quando Phoenix arrivò soltanto a sfiorare i playoff, ma già durante la scorsa post-season, la prima scelta assoluta del draft 2018 si è rivelata decisiva per il raggiungimento delle Finals grazie ai suoi tangibili miglioramenti in attacco e alla sua presenza difensiva. Quest’anno, Ayton si sta confermando una pedina fondamentale per la truppa di coach Monty Williams. Chris Paul e Devin Booker dovrebbero avere i posti assicurati all’All-Star Game di Cleveland, e, visti gli infortuni che stanno decimando l’elenco dei papabili per il frontcourt a Ovest e il dominio di Phoenix in questa regular season, non è detto che un biglietto possa staccarlo anche Deandre.


6 – Fred VanVleet (Toronto Raptors)

Fred VanVleet sta disputando la miglior stagione in carriera

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 22.0 punti, 4.9 rimbalzi e 6.6 assist in 37.7 minuti, 44% dal campo, 41% dall’arco, 88% dalla lunetta
Record di squadra: 20 vittorie – 18 sconfitte (8° posto nella Eastern Conference)

I Raptors hanno iniziato malissimo la nuova stagione, quella del ritorno in Canada dopo la parentesi forzata a Tampa. Nelle ultime settimane però, la squadra di Nick Nurse sta raddrizzando il tiro, vincendo sei delle ultime sette partite e portandosi così in zona playoff. Gran parte del merito per questa svolta va attribuito alle prestazioni di VanVleet, che sta registrando le migliori cifre in carriera e che guida l’intera NBA per minuti giocati. Oltre alla solita leadership e alla comprovata aggressività difensiva, Fred sta mettendo in mostra un tiro da tre sempre più affidabile, che manda a bersaglio il 41% delle volte. La concorrenza è piuttosto agguerrita, tra le guardie della Eastern Conference, ma FVV non ha mai meritato una convocazione come quest’anno.


5 – Miles Bridges (Charlotte Hornets)

Miles Bridges è esploso nella stagione 2021/22

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 19.6 punti, 7.3 rimbalzi e 3.6 assist in 36.0 minuti, 48% dal campo, 32% dall’arco, 76% dalla lunetta
Record di squadra: 23 vittorie – 19 sconfitte (7° posto nella Eastern Conference)

Gli Hornets sono tra le grandi rivelazioni di questo 2021/22, la stagione in cui Miles Bridges è finalmente esploso. Rispetto all’anno scorso, l’ala da Michigan State è passata da 12.7 a 19.6 punti di media, pur calando nelle percentuali (ma sono aumentati sensibilmente i tentativi), prende più rimbalzi, recupera più palloni e distribuisce quasi il doppio degli assist. Bridges è stato impressionante soprattutto in avvio di stagione, chiudendo sei delle prime 25 partite oltre i 30 punti segnati. Al momento è tra i principali candidati al Most Improved Player Of The Year Award e, perchè no, alla prima chiamata fra gli All-Star.


4 – LaMelo Ball (Charlotte Hornets)

LaMelo Ball, leader (e futuro All-Star?) degli Charlotte Hornets

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 19.3 punti, 7.3 rimbalzi e 7.6 assist in 31.9 minuti, 42% dal campo, 37% dall’arco, 88% dalla lunetta
Record di squadra: 23 vittorie – 19 sconfitte (7° posto nella Eastern Conference)

Qualora venisse convocato solo un giocatore di Charlotte, è facile che la scelta ricada sul giovane Ball. Il Rookie Of The Year in carica, ‘motore’ della squadra di coach James Borrego e generatore automatico di highlights, è ulteriormente cresciuto nella sua seconda stagione da professionista. Le cifre parlano di una potenziale tripla-doppia di media negli anni a venire, l’impatto e la leadership tecnica sono quelle di un futuro protagonista ai piani alti della Eastern Conference, lo spettacolo messo in scena ogni sera sul parquet racconta di un giocatore perfetto per l’All-Star Game. Sarà già questo l’anno buono?


3 – Andrew Wiggins (Golden State Warriors)

Andrew Wiggins è diventato un pilastro degli Warriors

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 18.6 punti, 4.3 rimbalzi e 1.8 assist in 31.5 minuti, 49% dal campo, 42% dall’arco, 71% dalla lunetta
Record di squadra: 30 vittorie – 11 sconfitte (2° posto nella Western Conference)

La carriera NBA di Wiggins si può dividere in tre fasi. Quella inaugurale inizia con la prima scelta al draft 2014, accompagnata da un hype spropositato, passa dallo scambio con cui Cleveland cede il canadese a Minnesota e continua con tre stagioni in crescendo in maglia Timberwolves. Nel 2016/17, Andrew chiude a 23.6 punti di media, e sembra in procinto di consacrarsi fra le stelle NBA. L’arrivo a Minneapolis di Jimmy Butler riporta i T’Wolves ai playoff dopo quattordici anni, ma allo stesso tempo espone i limiti tecnici e caratteriali delle aspiranti star, Wiggins e Karl-Anthony Towns, che in breve tempo si trasformano da grandi promesse a giocatori viziati, capricciosi e strapagati. Alla trade deadline 2020, per Andrew arriva il terzo crocevia: la cessione ai Golden State Warriors. La seconda metà di stagione è complicatissima, con la squadra di Steve Kerr martoriata dagli infortuni, ma nel 2020/21 Wiggins si rivela un collante fondamentale al fianco di Stephen Curry e Draymond Green. Quest’anno, il canadese sta mostrando ulteriori progressi sui due lati del campo, ed è uno dei fattori chiave per il ritorno ai vertici dei californiani. Il suo destino da All-Star potrebbe compiersi quando ormai non ci credeva più nessuno, al culmine di un percorso ben più tortuoso del previsto.


2 – Darius Garland / Jarrett Allen / Evan Mobley (Cleveland Cavaliers)

Evan Mobley (a sinistra) e Darius Garland, giovani speranze dei Cavs

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio)
Garland: 19.1 punti, 3.2 rimbalzi e 7.5 assist in 34.3 minuti, 47% dal campo, 37% dall’arco, 91% dalla lunetta
Allen: 16.7 punti, 10.8 rimbalzi e 1.8 assist in 32.6 minuti, 70% dal campo, 13% dall’arco, 71% dalla lunetta
Mobley: 14.9 punti, 8.1 rimbalzi e 2.7 assist in 34.1 minuti, 51% dal campo, 29% dall’arco, 72% dalla lunetta
Record di squadra: 24 vittorie – 18 sconfitte (6° posto nella Eastern Conference)

L’eccellente stagione dei Cavs e il fatto che l’All-Star Game 2022 si tenga a Cleveland fanno pensare che, tra i convocati per l’evento, ci sarà almeno un giocatore di coach J.B. Bickerstaff. Il maggiore indiziato sembra Garland il quale, dopo l’infortunio occorso al compagno di reparto Collin Sexton, ha preso definitivamente le redini della squadra. I suoi numeri e la sua età (compie 22 anni il 26 gennaio) sono quelli di un astro nascente, finalmente sbocciato dopo i tanti dubbi iniziali.
Allen, arrivato da Brooklyn nella maxi-trade che ha portato James Harden ai Nets, sta disputando una stagione dominante, di gran lunga la migliore in carriera. Tutto ciò nonostante debba spartirsi il frontcourt con altri due lunghi: Lauri Markkanen e il gioiello Evan Mobley.
Quest’ultimo potrebbe essere la vera sorpresa, in chiave All-Star Game. Nel suo primo anno da professionista sta avendo un impatto incalcolabile, soprattutto in difesa. La maturità, la sicurezza, la leadership e la capacità di migliorare chi gli sta attorno fanno pensare imprudentemente ai giovani Tim Duncan e Kevin Garnett. Se questo è solo l’inizio, Mobley sarà ospite fisso dell’All-Star Game per i prossimi quindici anni. Ma chissà che il suo debutto fra le stelle non avvenga già il prossimo febbraio.


1 – Ja Morant (Memphis Grizzlies)

Salvo sorprese, Ja Morant debutterà al prossimo All-Star Game

Statistiche (medie aggiornate al 14 gennaio): 24.6 punti, 5.8 rimbalzi e 6.8 assist in 32.3 minuti, 49% dal campo, 36% dall’arco, 77% dalla lunetta
Record di squadra: 30 vittorie – 14 sconfitte (3° posto nella Western Conference)

Fin qui abbiamo parlato di possibili sorprese, ma che Ja Morant giocherà l’All-Star Game 2022 è quasi una certezza. Non sarebbe così assurdo nemmeno vederlo fra i titolari, in quel di Cleveland. Il fenomeno dei Grizzlies, attualmente terzi a Ovest, è uno dei grandi protagonisti della stagione. Al suo terzo anno in NBA ha messo in mostra il solito repertorio fatto di schiacciate spettacolari e giocate ai confini della realtà (come l’incredibile stoppata ai danni di Avery Bradley), ma ha anche manifestato una crescita notevole da tutti i punti di vista, tanto da rientrare nei favoriti per il premio di giocatore più migliorato. Nel suo strabiliante avvio di regular season compaiono anche due doppie-doppie da 40 e 41 punti, entrambe contro i Lakers, chiuse con il 71% e l’86% dall’arco. Ormai ci sono pochi dubbi: tra qualche settimana, il firmamento NBA darà ufficialmente il benvenuto alla sua nuova stella.




Articolo a cura di Stefano Belli

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