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Tris d’Assi

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Oggi ci prendiamo una pausa dal campionato NBA per scendere di un gradino e scoprire alcuni dei migliori giocatori del basket universitario. Di Paolo Banchero abbiamo già pubblicato un approfondimento all’inizio della stagione collegiale – quando il giovane italiano di Seattle ha sbalordito con un avvio davvero convincente -, in questo spazio ci dedichiamo ad altri tre talenti che saranno sicuramente tra i protagonisti del Draft 2022.

Veder giocare Chet Holmgren provoca un’infinita tenerezza, con quell’estrema magrezza che riporta alla mente lo sfortunato Shawn Bradley. Ma dopo pochi secondi di gioco, ecco che gli occhi si distaccano da quelle braccia scheletriche per concentrarsi su un talento davvero peculiare.
Dopo le difficoltà iniziali, Chet ha iniziato a far vedere le qualità che lo avevano reso il miglior prospetto liceale del 2021: la versatilità offensiva; il ball handling, grazie al quale guidare abilmente la transizione; la capacità di intimidire vicino a canestro (3,4 stoppate a partita); il jump shot pulito e sicuro anche da distanza NBA (43% dall’arco).
Proprio il tiro dalla distanza sarà il suo marchio di fabbrica al “piano di sopra”, dove lo aspettano a braccia aperte, ma anche dove gli indicheranno la via che porta alla sala pesi. Per sua fortuna il basket è cambiato, e non si incontrano più i centri muscolari di una volta, ma Chet dovrà assolutamente irrobustirsi, così da non vedersi precluso quel successo che le qualità tecniche sembrano garantirgli.

La prima chiamata assoluta doveva essere una sfida ristretta a Banchero e Holmgren, ma Jabari Parker ha avanzato una solida e credibile candidatura. Come? Con un mix di qualità fisiche e tecniche che non potevano non stupire gli osservatori e gli esperti di college basket. La facilità di tiro (40% da tre punti, malgrado uno “slump” nelle ultime settimane) e la sobrietà nelle scelte offensive, abbinate agli oltre duecentosei centimetri per poco piu’ di novanta chili, ricordano il primo Kevin Durant, ma la timidezza nell’attaccare dal palleggio sgombrano subito ogni paragone troppo azzardato (meglio accontentarsi di un piu’ umano Rashard Lewis, sebbene rispetto all’ex Seattle e Orlando Jabari sia molto piu’ vario offensivamente).
Se avete visto i 22 punti rifilati a UConn (soprattutto i 19 segnati tra secondo tempo e supplementari), i 22 contro la “zonaccia” di Syracuse, oppure i 25 nel sentitissimo derby con Alabama, non potete non esservi esaltati nell’ammirare tanto talento. A guarnire una torta più che golosa, l’applicazione difensiva e la mancanza di qualunque egoismo offensivo.
Non sarà Durant, ma tanti General Manager stanno già assaporando la possibilità di vederlo nella loro squadra.

Se vi piacciono i giocatori elettrici, quelli che regalano scariche d’adrenalina con i loro voli a canestro, allora la vostra destinazione è West Lafayette. A quell’indirizzo troverete Jaden Ivey, guardia volante dell’Universita’ di Purdue.
Già lo scorso anno Jaden aveva scaldato i cuori dei tifosi dei Boilermakers con una stagione davvero promettente, ma quest’anno il giovane di South Bend ha alzato decisamente il livello. Atleta eccezionale, è in possesso del primo passo più rapido del college basket, e risulta davvero poco arginabile se gli viene permesso di “andare a destre”. Ancora più imprendibile in transizione, tanto da riportare alla mente le scorribande di Latrell Sprewell, l’idolo di Spike Lee al Madison Square Garden.
Tanta esuberanza atletica lo porta a forzare qualche soluzione, così come deve acquisire maggiore continuità nel tiro in sospensione (anche se il 43% dall’arco pare un ottimo punto di partenza), ma in generale è davvero difficile trovare un prospetto piu’ intrigante nel suo ruolo.

Tanto talento, anche se acerbo. Chi saprà sfruttare al meglio i prossimi mesi di College Basket in vista del Draft?

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