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Celtics alla riscossa, Nets in caduta: gennaio rivitalizza Boston e stronca Brooklyn

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Nei primissimi mesi della regular season i Brooklyn Nets guardavano tutti dall’alto in basso e, nonostante l’assenza di Kyrie Irving, si stavano confermando come una delle squadre da battere per arrivare al titolo; all’opposto, i Boston Celtics palesavano diverse difficoltà e anche i dei malumori interni allo spogliatoio, con i biancoverdi stazionanti addirittura ai margini delle posizioni valide per il play-in.
Il 2022 sembra però aver invertito il trend delle due squadre, o almeno questo è quello che traspare dal mese di gennaio. I Nets infatti hanno perso quattro posizioni in classifica, mentre i Celtics, sebbene siano ancora fuori dalla zona playoff, si sono riavvicinati alle squadre che li precedono e stanno riportando un po’ di luce ai tifosi del Massachusetts.


Infortuni e calendario contro Brooklyn?

Se i primi scricchiolii si erano avvertiti a fine dicembre, complice anche l’assenza di James Harden, il mese di gennaio ha di fatto messo in mostra tutte le difficoltà dei Nets, i quali sembrano dipendere in maniera esagerata da Kevin Durant. Dall’infortunio dell’ex Thunder e Warriors, Brooklyn ha portato a casa appena due delle ultime nove uscite, con ben sei sconfitte consecutive (compresa quella contro i Kings di questa notte).
Con il rientro a mezzo servizio di Kyrie Irving e un calendario che offre molte partite fuori casa, la franchigia newyorkese pensava di non dover incrociare troppi problemi. E invece…

La fisiologica ricerca di una nuova chimica tra Irving e Harden, i problemi fisici di quest’ultimo e di LaMarcus Aldridge, il divorzio (al momento si tratta di una separazione domestica) con Paul Millsap e degli scontri con squadre da playoff, sono tutti elementi che hanno condizionato pesantemente una squadra che già soffriva molto l’assenza del proprio protagonista.

La situazione ovviamente non è disperata, considerando che la classifica è molto corta e vede le prime sei squadre separate da appena quattro vittorie, ma coach Steve Nash dovrà capire come aggiustare le cose nel più breve tempo possibile, in modo da riportare entusiasmo e motivazione nell’ambiente. Certo che anche le voci di mercato riguardanti una partenza estiva di Harden (seppur comprensibile) non aiutano.


Boston alla riscossa: apparenza o sostanza?

10 vittorie nelle ultime 14 partite, miglior Defensive Rating della lega, miglior percentuale concessa agli avversari da Natale, 4° per rimbalzi, 2° per stoppate e… 10° per Offensive Rating (valore assolutamente positivo per una squadra che in stagione occupa il 18° slot). Questi i valori dei Boston Celtics a gennaio.
I biancoverdi non avranno guadagnato chissà che posizioni in classifica, ma almeno hanno decisamente accorciato la distanza dalla zona playoff, con Toronto (8°) e Charlotte (7°) che sono distanti appena due partite.

Ma si tratta di una casualità dettata da un determinato contesto o Boston ha ripreso a macinare gioco? Diciamo che la risposta si trova un po’ a metà. La truppa di coach Udoka ha sicuramente migliorato qualcosina rispetto ai mesi scorsi, sebbene le prestazioni rimangano abbastanza altalenanti, ma bisogna sottolineare che tutte le note positive espresse finora sono arrivate grazie soprattutto ad un calendario piuttosto semplice. La maggior parte delle partite è stata giocata infatti con squadre con un record peggiore e quando è arrivato il momento di scontrarsi con franchigie di alta classifica, i Celtics non hanno raccolto molto. Certo, hanno vinto contro Bulls e Heat, ma entrambi avevano una squadra dimezzata: i primi erano privi, tra gli altri, di Caruso, Ball e LaVine, mentre Miami ai box contava Butler, Lowry e Tucker.

Insomma, è ancora troppo presto per dire se Tatum e soci si siano ripresi, ma intanto nell’ambiente è tornato un ottimismo che non in questa stagione non si era ancora mai visto.

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