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Kyrie Irving sull’addio di Harden: “Non era compito mio convincerlo a rimanere”

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Lo scambio sull’asse Brooklyn-Philadelphia che ha coinvolto James Harden e Ben Simmons era sulla bocca di tutti ben prima che si concretizzasse nelle ultime ore della trade deadline. Solo che in molti non erano convinti che alla fine la trade potesse avvenire qui a febbraio, e che un accordo del genere potesse invece concretizzarsi durante l’estate.

Le dichiarazioni più attese non sono tuttavia i commenti dei tifosi, bensì quelli dei protagonisti dello scambio. In attesa di sentir parlare Harden e Simmons, i primi ad essere chiamati in causa sulla vicenda sono stati Kevin Durant e Kyrie Irving. Il primo, durante il Draft per la determinare la composizione dei roster per l’All-Star Game, ha liquidato velocemente l’argomento affermando che “ognuno ha ottenuto ciò che voleva“; Irving invece ha elaborato un pensiero un po’ più lungo.

“Non sentivo mio il compito di convincere qualcuno di qualcosa che probabilmente in questo momento non riesce a vedere. James forse non riusciva a vedere ciò a cui stavamo andando incontro. Ovviamente capisco che con il mio status di giocatore part-time ci possano essere state delle cose che hanno avuto un impatto sulla faccenda. Ma chi lo sa, dobbiamo aspettare le sua dichiarazioni. Io non posso parlare per lui.
Penso anche che ci si stia dimenticando il posto in cui io ho chiesto di essere scambiato, quindi lo capisco e non sono nella posizione di giudicarlo. Non parlerò male di James. Ha una bella famiglia e lui è una grande persona. E non voglio separare questo fatto dal resto. Voglio solo che sia felice, che tutti in questa lega siano felici”

Con le parole di Irving, per una volta, non si può che concordare. L’ex Cavaliers e Celtics in questo modo ha voluto smorzare i toni riguardo la situazione interna, visto che molte voci parlavano di un Harden volenteroso di lasciare Brooklyn ma pauroso di chiedere apertamente la trade per la reazione che i tifosi e l’ambiente avrebbero potuto avere (oltre che per il suo status di giocatore, visto che giusto l’anno scorso aveva forzato i Rockets a lasciarlo andare).

Bisogna però anche sottolineare che le decisioni di Irving, in merito al non vaccinarsi ovviamente, hanno sicuramente avuto un grande peso nella vicenda. Dopo aver mancato l’appuntamento con il titolo lo scorso anno, Harden, che ha fatto anche palesemente fatica a recuperare dall’infortunio, pensava che quest’anno la corsa all’anello ripartisse più convinta di prima, e invece ha dovuto fare i conti con una realtà un po’ diversa. Quando infatti Durant è stato costretto ai box (per non citare l’infortunio di Joe Harris), l’ex Houston si è trovato da solo a portare avanti la baracca, visto che Irving fino a gennaio non era neanche parte della squadra. Un roster poco competitivo ha poi fatto il resto.

Ora Irving potrà giocare solo altre 10 partite da qui fino alla fine della regular season e Durant dovrebbe rientrare a fine febbraio. Considerando che Simmons non mette piede in campo dallo scorso maggio, si può affermare che questa stagione per i Nets sia ormai da considerare “gettata al vento”, con la franchigia newyorkese che quindi dovrà ritentare il prossimo anno.

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