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James ne infila 56, i Lakers superano dei Warriors in crisi e tornano a vincere

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Il derby californiano della crisi alla fine se lo aggiudicano i Los Angeles Lakers. I gialloviola ringraziano un LeBron James autore, da vero trascinatore, di una prova da 56 punti e spezzano la serie di quattro sconfitte consecutive maturata nel corso dell’ultima settimana.
Prosegue invece il momento difficile per i Golden State Warriors, che con il mancato bottino della Crypto.com Arena pareggiano il numero di insuccessi consecutivi bloccato dai propri avversari.

Il match è stato molto interessante a livello di intrattenimento, con Lakers e Warriors che si sono dati battaglia lungo tutti i 48′ di gioco e la gara che è stata decisa solo nei possessi finali. La partita ha comunque evidenziato tutte le difficoltà e i limiti attuali di entrambe le squadre, con i padroni di casa che sono stati salvati a tutti gli effetti solo dalla prova devastante del proprio n°6.

La franchigia losangelina nelle ultime 10 uscite ha racimolato appena tre vittorie e per trovare una finestra temporale con almeno due successi di fila bisogna risalire ad inizio gennaio. Insomma, il trionfo di questa notte dà morale e spezza l’ennesima striscia di sconfitte maturata in questa stagione, ma sicuramente non fa passare la crisi che i gialloviola stanno vivendo da inizio regular season.
James non può di certo fare gli straordinari ogni notte, così come l’assenza di Davis in altre partite inciderà molto di più; Anthony e Monk fanno il loro, così come utile è l’apporto di Reaves, Johnson e Augustin, mentre Westbrook potrebbe (o dovrebbe) fare di più, ma almeno stanotte non è risultato disastroso. Bradley e Horton-Tucker invece sono rimandati.
La squadra è tutt’altro che solida e bastavano una decina di punti in meno del nativo di Akron per perdere anche questa partita, che comunque sulla carta di certo non vedeva favoriti i losangelini. Di questo passo l’approdo ai playoff continua ad allontanarsi.

Dall’altra parte, in quel di San Francisco, le cose non vanno granché meglio in questo periodo. Nelle ultime partite i Warriors hanno vinto solo in due occasioni, vantano una striscia aperta di quattro sconfitte di fila e il calendario, almeno per le prossime quattro partite, non regala match agevoli (quello contro i Clippers dovrebbe esserlo, ma dato il match perso due settimane fa non si dà nulla per scontato).
L’assenza di Green pesa come un macigno su tutto il sistema, ed in particolare sulla fase difensiva, Thompson fatica a trovare il giusto ritmo (3/13 dal campo questa notte, 6/17 due giorni fa contro Dallas; dal suo rientro sta tirando con il 41.0%, dato peggiore della carriera), Wiggins sta diventando l’ombra di stesso e Poole viaggia tra alti e bassi. In un contesto di questo tipo anche un Curry da 30 punti a gara non basta a tenere in piedi la baracca.
Golden State perde così, almeno per il momento, il terzo seed ad Ovest, ma la situazione non è troppo preoccupante. La banda di coach Steve Kerr ha dimostrato di sapersela giocare con tutte le squadre della propria conference, quindi i vari possibili accoppiamenti ai playoff non preoccupano la franchigia. La cosa certa è che molto, se non tutto, dipenderà da come rientrerà Green.

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