La NBA si contraddistingue da sempre per le mosse di mercato che vengono operate dai vari front office. Le trade che vengono fatte spesso e volentieri possono cambiare gli scenari di una franchigia e svoltare la carriera di un giocatore. A volte possono volerci anni per vederne i risultati, altre volte meno: è questo il caso dello scambio avvenuto la passata stagione tra i Toronto Raptors e i Portland Trail Blazers, che ha portato Norman Powell in Oregon e Gary Trent Jr. sulle rive canadesi dell’Ontario.
A un anno di distanza si può affermare che per i Blazers la trade è stata una “fregatura”: Powell non fa già più parte del roster, ceduto per gestire meglio il salary cap, mentre I Raptors si trovano con uno dei migliori giovani two-way player della lega.
Gary Trent Jr. è colui che ha più tratto beneficio dallo scambio: a 23 anni realizza 18.1 punti di media, col 38% dall’arco dei tre punti e una presenza costante ai vertici della classifica dei palloni rubati a partita con 1.8 scippi a match.
Ciò è dovuto anche a una migliore salute mentale: il padre, l’ex giocatore NBA Gary Trent Sr., alla trasmissione “The Raptors Show with Will Lou” ha confessato infatti che suo figlio stava combattendo la depressione ai Blazers, e che essere scambiato è stata la cosa migliore sia per la carriera che per l’equilibrio emotivo.
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L’aspetto che contraddistingue Trent Jr. è la fiducia nei propri mezzi. Lo dimostra prendendosi la maggior parte dei tiri dalla lunga distanza e dal mid-range. Una fiducia che si è rivelata però un’arma a doppio taglio, come le cinque partite di fila segnando 30 o più punti a cavallo di gennaio e febbraio, o un più recente periodo di basse percentuali al tiro. A conferma di queste prestazioni altalenanti ci sono le ultime due partite giocate in back to back dal #33: la prima contro i Suns, squadra con il miglior record della lega, a cui ha rifilato 42 punti con un eccezionale 8/11 da tre punti e un canestro clutch negli ultimi possessi; la seconda contro i Nuggets, con soli 8 punti e 2/13 dal campo.
Per questo motivo coach Nick Nurse sta lavorando per far crescere e far rendere al massimo questo diamante grezzo, chiamando schemi ad hoc per lui in modo da liberargli spazio e attaccare.

Se si attendono dei progressi in attacco, in difesa questi, come fa notare Stephen Noh nell’approfondimento su Sporting News, sono già avvenuti. Infatti, “Scary Gary” nelle sue annate a Portland era più propenso nel fare scelte azzardate, errori tipici di giovani giocatori. Ora, alla sua quarta stagione nella lega, si impone in fase difensiva comunicando costantemente coi compagni e cercando di capire le situazioni di gioco, soprattutto quando c’è la necessità di ruotare: non a caso si è consolidato come un buon difensore d’aiuto, strappando e portando via la palla dagli avversari in un attimo.
Gli sforzi difensivi sembra vengano risparmiati nei momenti di alta tensione della partita: ecco allora che viene fuori “Scary Gary”, l’incubo per gli avversari, specie nei finali concitati.
Gary Trent Jr. è dunque un’aggiunta importante ai Raptors in piena lotta playoff. Nel 2023-24, se continuerà con questo percorso, molto probabilmente declinerà la player option da circa 18.5 milioni di dollari per provare a cercare uno stipendio più ricco e congruo per i suoi servigi, i quali farebbero sicuramente gola a diverse franchigie. Se continuerà a limare i difetti e le sue tendenze irregolari, allora potrebbe diventare un Gary Trent Jr. più “spaventoso” per la NBA.