Focus NCAA

Torna la “Follia di Marzo”: ecco le favorite (o quasi)

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Il mese di marzo, negli Stati Uniti, si può riassumere con una sola parola: follia. Non c’è termine più adatto a descrivere ciò che circonda il mese finale della stagione di College Basket. In poco più di quattro settimane si decide il lungo percorso iniziato a novembre, con tutte le incognite che solo un torneo a eliminazione diretta può regalare.

Un antipasto lo abbiamo avuto nei vari tornei di Conference, con risultati a dir poco sconvolgenti, ma il piatto forte deve ancora arrivare. Vediamo quali sono le dieci squadre tra le quali, con tutte le cautele del caso, dovrebbe nascondersi la prossima vincitrice del prossimo Torneo NCAA.


Gonzaga

Anche quest’anno gli Zags ci riprovano, forti di un roster con pochi eguali nel panorama collegiale. Se ne sono andati tre quinti dello starting five, ma coach Mark Few ha saputo rimpiazzarli degnamente. Chet Holmgren è ormai una certezza e naviga verso la prima scelta assoluta al Draft (quanto sono lontani i tempi dei dubbi nati dalla debacle contro Duke e Paolo Banchero…). Al suo fianco, in una front-line difficilmente arginabile, Drew Timme è al solito efficacissimo in attacco; a “centrocampo”, Andrew Nembhard porta regia ed esperienza, mentre Julian Strawther e Rasir Bolton assicurano il tiro dalla distanza necessario per aprire l’area. Anche la panchina, l’anello debole dello scorso anno, sembra più profonda.
Hanno vinto la WCC per l’ennesima volta, e mai come quest’anno sembrano mancare avversari agguerriti e in forma: che sia la volta buona?

Holmgren taglia fuori Banchero durante la sfida d’inizio stagione

Kentucky

Dopo i disastri dello scorso anno, Coach Calipari può finalmente tornare a respirare l’aria di alta classifica. Per una volta i trascinatori non sono la solita infornata di freshman, bensì degli “attempati” arrivati a Lexington attraverso il canale dei “transfer”. Se Sahwir Wheeler è rapido e competente in cabina di regia, Oscar Tshiebwe è una forza della natura sotto canestro, vera calamita per ogni pallone che rimbalza sul ferro. A condire il tutto, la combo-guard TyTy Washington (scintillante fino a metà gennaio, poi influenzato dagli infortuni), il tiro della coppia composta Kellan Grady e Davion Mintz, la panchina produttiva e meno inesperta di molte delle ultime edizioni.
Hanno perso malamente in semifinale del Torneo di Conference contro Tennessee, ma l’abitudine di Calipari a certe atmosfere potrebbe risultare decisiva.

Auburn

Restiamo nella SEC per parlare dei Tigers. Avere Jabari Smith Jr aiuta, ma la squadra di coach Pearl non è composta dal solo super prospetto NBA. Attenzione all’esuberanza di K.D. Johnson e Wendell Green Jr in guardia, ma soprattutto all’impatto di Walker Kessler, il lungo di 2.16 che ha lasciato North Carolina per diventare il miglior intimidatore della NCAA. La variabile che potrebbe risultare decisiva è Allen Flanigan, lo swingman dotato di grandi istinti realizzativi, ma non sempre un esempio di continuità.
Ritmi alti, difesa e tiro perimetrale sono gli ingredienti su cui si basano le speranze della squadra di Bruce Pearl. Sono in calo, ma hanno tutto per fare strada.

Arizona

Sono tornati i Wildcats del deserto, e il merito va a Tommy Lloyd, il nuovo allenatore arrivato a Tucson dopo una vita passata a Gonzaga come assistente. La difesa genera tanta transizione, sfruttata al meglio da Bennedict Mathurin, atleta e tiratore che la NBA attende a braccia aperte. Kerr Kriisa e Dalen Terry si assicurano di armare la mano della loro stella, mentre sotto canestro lottano Christian Koloko, Oumar Ballo e Azuolas Tubelis, con il lituano dotato anche di un tocco delicato vicino a canestro.
Hanno vinto la Pac-12, ma il momento della verità arriverà al Torneo, spesso indigesto ai “gattacci”.

I giocatori di Arizona festeggiano il Titolo della Pac-12

Baylor

I campioni in carica proveranno nella difficile impresa di ripetersi, ma la perdita per infortunio del centro Jonathan Tchamwa Tchatchoua è una tegola che riduce enormemente le loro reali possibilità. Mai dire mai, comunque, perché la truppa di Scott Drew ha reagito bene, stringendo ancora di più le maglie in difesa. La squadra vive delle iniziative di Adam Flagler e LJ Cryer, il duo che ha sostituito Davion Mitchell e Jared Butler sul perimetro, nonché sul talento ancora non pienamente espresso di James Akinjo e la sobrietà di Matthew Mayer. Sotto le plance sono rimasti Flo Thamba e l’inesperto Jeremy Sochan, per questo sarà decisivo l’apporto di Kendall Brown, atletone che la NBA guarda con molto interesse.

Kansas

I Jayhawks hanno meno talento di tante delle edizioni precedenti, ma Coach Bill Self può compensare con la tanta esperienza degli elementi chiave. La stella è Ochai Agbaji, swingman che ha trovato solo quest’anno la necessaria continuità. Al suo fianco, Christian Braun è diventato molto di più di un affidabile tiratore, mentre Jalen Wilson, David McCormack e Mitch Lightfoot agiscono vicino al ferro. La sorpresa potrebbe arrivare dal risveglio di Remy Martin, macchina da canestri ad Arizona State ma sottotono in questa nuova avventura.

Purdue

I Boylermakers non sono proprio nel loro periodo migliore, ma il Torneo NCAA sembra l’occasione giusta per ritrovare quell’energia che è sembrata mancare. Gli occhi sono per le acrobazie aeree di Jaden Ivey, candidato a una delle prime cinque scelte al prossimo Draft, ma molto del merito per l’ottima stagione va a Zach Edey e Trevion Williams, i due lunghi davvero indigesti agli avversari su entrambi i lati del campo. Sul perimetro, ad aiutare Ivey, troviamo il sobrio Sasha Stepanivic e i tiratori Mason Gillis e Eric Hunter Jr. Sono profondi, difendono e tirano benissimo da tre punti.

Duke

Difficile non iniziare da Mike Krzyzewski e dalla sua ultima volta sulla panchina di Duke al Torneo. Il faro della squadra è ovviamente Banchero, talento che, almeno fino a qualche settimana fa, era sicuro di una delle prime tre scelte al prossimo Draft. Altrettanto importanti saranno il contributo del migliorato Wendell Moore e del recuperato AJ Griffin, la fisicità di Mark Williams, le scelte di Trevor Keels e Jeremy Roach, non proprio due registi.
Ci sarà il lieto fine, con Coach K a tagliare l’ultima retina? Non sarà così facile, anche per l’enorme pressione sui giovani “Diavoli”, come dimostrano le sconfitte partite con North Carolina e al Torneo della ACC.

Per Coach K sarà l’ultimo Torneo NCAA

UCLA

La sorpresa del 2021 ci riprova, anche se è difficile ripetersi. Il record attuale non sembra giustificare la presenza in questa lista, ma i Bruins sono comunque dotati del talento, dell’esperienza e della sapiente guida tecnica di coach Mick Cronin per fare strada. Johnny Juzang è sempre il solito scorer che lo scorso marzo è stato immarcabile, Tyger Campbell e Jules Bernard un solidissimo “back court”, Jaime Jaquez un difensore dall’insospettabile impatto offensivo, Cody Riley e Myles Johnson assicurano presenza fisica sotto canestro. La delusione è Peyton Watson, All-American liceale che per adesso non riesce a concretizzare pienamente il talento a disposizione (solo 3 punti di media).

Villanova

Confesso un debole per il basket organizzato ed elegante di coach Jay Wright, ma i Wildcats meritano comunque una menzione sebbene non siano forse dei veri contendenti. Il sapiente Collin Gillespie è tornato dal grave infortunio, ritrovando da subito la confidenza con i compagni di linea Justin Moore e Caleb Daniels; l’ala Jermaine Samuels rappresenta sempre un rebus per le difese, mentre coach Wright è riuscito a trasformare Eric Dixon e Brandon Slater in due solidi titolari. Manca l’aiuto dalla panchina, anche perché Bryan Antoine non è proprio quello che ci si aspettava dopo le meraviglie regalate al liceo.


La strada sembra spianata per gli Zags, ma nel Torneo niente è scontato, neanche il loro successo contro Georgia State al primo turno.

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