DI recente Sasha Danilovic, presidente della Federazione cestistica serba, in un’intervista per il giornale serbo Kurir ha parlato di Nikola Jokic e del valore del nativo di Sombor. Secondo la leggenda della Virtus Bologna Joker avrebbe già dovuto vincere dei riconoscimenti, solo che sarebbe stato penalizzato dalla propria nazionalità.
“E’ bello vederlo giocare a basket. E’ un piacere vedere ogni suo movimento. Se fosse stato americano, avrebbe già ricevuto sei MVP. Per molto tempo nessuno è stato in grado di trovare nulla di negativo su di lui. Oltre ad essere un bravo ragazzo”
Danilovic, che tra l’altro ha giocato in NBA tra il 1995 e il 1997 con la maglia di Heat e Mavericks, ha sostanzialmente rispolverato una vecchia questione riguardante la NBA, ovvero il trattamento mediatico riservato ai giocatori non statunitensi. Una tendenza che negli ultimi anni si è sicuramente affievolita: pensiamo infatti ai due MVP di Giannis Antetokounmpo (greco), ai DPOY di Rudy Gobert (francese), al MIP di Pascal Siakam (camerunense) o al ROY di Luka Doncic (sloveno). Senza dimenticare, riportando tre esempi di qualche anno più indietro, l’attenzione riservata a Dirk Nowitzki, Tony Parker e Manu Ginobili.
La situazione sarà anche cambiata, ma le parole di Danilovic sono comunque esagerate. Jokic sta infatti vivendo attualmente la sua sesta stagione in NBA e oggettivamente in nessuna delle regular season precedenti sarebbe potuto essere considerato il destinatario del premio di MVP. Quest’anno però sembra l’anno buono, con il classe 1995 che è definitivamente esploso ed è al centro dell’attenzione come il favorito alla conquista del riconoscimento grazie ai risultati dei suoi Nuggets e soprattutto alle sue cifre: 26.4 punti, 10.9 rimbalzi, 8.4 assist e 1.4 rubate di media con il 56.5% dal campo e il 40.5% dall’arco (tutti career-high ad esclusione della percentuale complessiva al tiro).