In tanti lo davano per finito. Dopotutto a 37 anni, ora ufficialmente compiuti, non si può mica pensare di continuare a spiegare pallacanestro e ad avere un ruolo di primissimo piano, no?
Eppure eccolo là, al suo 19° anno nella lega (ovvero metà della sua vita), mettere in piedi 28.0 punti, 7.2 rimbalzi, 6.8 assist, 1.7 rubate e 1.1 stoppate di media con il 52.0% dal campo e il 36.9% dall’arco. Una stat line semplicemente imbarazzante per chi si porta sulle spalle 37 primavere. Sarà chiamato “Chosen One” per qualcosa dopotutto.
Le candeline spente oggi dal nativo di Akron hanno tuttavia un sapore amaro. Le sue magie infatti non corrispondono a quelle dei suoi Lakers, al momento solo 8° ad Ovest con un record negativo di 17 vittorie e 19 sconfitte nonostante uno dei calendari più facili. Un trend confermato dall’insuccesso maturato nella notte contro i Memphis Grizzlies, nonostante l’ennesima prestazione superlativa del #23 (lasciando stare la palla persa finale, che è colpa sua solo in parte).
James nelle ultime sei partite ha collezionato 34.8 punti, 10.3 rimbalzi, 6.5 assist, 1.7 rubate e 1.5 stoppate di media con il 57.0% dal campo e il 40.4% dall’arco, solo che i gialloviola hanno portato a casa un solo match di questa striscia.
Il Re sembra non trovare aiuto dal resto del roster ed è difficile pensare che possa continuare su questi ritmi per tutta la stagione. Insomma, al momento è “solo sull’isola”.