Focus NBA

POST-UP – Un nuovo contratto televisivo per la NBA?

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Appuntamento inaugurale della rubrica a cura di Fabio Anderle in cui si discuteranno tematiche relative all’NBA del presente e del passato.



Era il lontano 2014: le sfide al calor bianco tra Spurs e Heat stavano per lasciar spazio alla dinastia Golden State mentre LeBron James si preparava a tornare a Cleveland, quando una notizia scosse il mondo dello sport.

L’NBA aveva raggiunto un accordo con le emittenti televisive ESPN e Turner che quasi triplicava l’introito relativo ai diritti della partite portandolo da 930 milioni annui a 2.7 miliardi a stagione. Una “bomba” che – fu subito chiaro – avrebbe avuto profonde ripercussioni sulle 30 squadre.

La disponibilità finanziaria si gonfiò nel momento in cui il tetto salariale passò da 67 a 94 milioni di dollari, regalando a tutte le squadre la possibilità di mettere sotto contratto una stella. A “capitalizzare” l’occasione nel migliore dei modi furono i Golden State Warriors, che resero un organico campione NBA praticamente imbattibile con l’aggiunta di Kevin Durant, con il quale nel 2017 e nel 2018 confermarono il titolo vinto due anni prima.

Ebbene, nelle ultime ore Jabari Young, reporter di CNBC, ha rivelato che sono in corso le trattative per il rinnovo del contratto televisivo a partire dal 2025, e che la base dell’accordo sarebbe una cifra di oltre otto miliardi di dollari annui per un totale intorno ai 75 miliardi.

Tali cifre permetterebbero all’NBA di diventare la lega professionistica con maggiori introiti televisivi, primato che al momento appartiene ad un NFL che percepisce circa 5 miliardi annui. E se a inizio agosto Stephen Curry è stato protagonista della prima firma di un contratto superiore ai 200 milioni di dollari (215.4 per quattro stagioni), con una disponibilità salariale incrementata quasi del 300% è facile prevedere che, non appena entrerà in vigore il nuovo accordo, appariranno contratti da trecento e più milioni.

Che altre conseguenze potrà avere un nuovo accordo? Sicuramente i campioni con contratti in scadenza tra il 2025 ed il 2026 “manovreranno” per trovarsi in posizione utile per un maxi-rinnovo, e non è da escludere che l’NBA punti ad una sempre maggior tutela degli atleti varando regole ancor più restrittive sui contatti di gioco. Provvedimenti che non verrebbero accolti con simpatia da quanti ritengono il campionato a stelle e strisce esageratamente “garantista” nei confronti degli attaccanti e troppo votato al tiro dalla lunga distanza… ma tant’è, il pubblico costantemente “monitorato” dal marketing della lega ha dimostrato di apprezzare un tipo di gioco di questo tipo.

Ma al di là di ogni tipo di considerazione, un accordo che rende l’NBA il campionato più remunerato per quanto riguarda i diritti televisivi sancirebbe la totale affermazione a livello globale della “creatura” voluta dal compianto David Stern fin dai tempi in cui, con l’aiuto di Larry Bird, “Magic” Johnson e Michael Jordan, la recuperò dall’abisso delle Finali non mandate in onda in presa diretta.

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