NBA Recap

Westbrook riscrive la storia, i Warriors superano Utah

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Appuntamento quotidiano con i fatti principali della notte NBA: Russell Westbrook è il nuovo re delle triple-doppie, Golden State supera Utah all’ultimo respiro, gli Spurs domano i Bucks. A chiudere le consuete note a margine.


Westbrook riscrive la storia

Visto il trend, era solo questione di ore. Nella notte Russell Westbrook timbra la tripla-doppia n°182 in carriera, supera Oscar Robertson e diventa il nuovo leader all-time della categoria. Un traguardo storico tutt’altro che scontato, soprattutto se consideriamo che il giocatore in questione è un playmaker (sebbene sia comunque il più atletico di sempre probabilmente).
Contro gli Hawks il suo tabellino recita 28 punti, 13 rimbalzi e 21 assist, con la gioia del record che è stata leggermente intaccata dalla sconfitta rimediata all’ultimo respiro: Washington ha infatti imbastito nel finale un parziale di 19-1 per rientrare fino al -1, con Westbrook che ha però fallito il match point sull’ultimo possesso.
Russ che tra l’altro nella notte diventa il quarto giocatore di sempre (dopo Oscar Robertsopn, Gary Payton e LeBron James) ad arrivare a quota 20.000 punti e 8.000 assist in carriera.


Golden State supera i Jazz sul filo del rasoio

I Warriors tra le mura amiche ottengono una vittoria fondamentale: quella rimediata contro i Jazz permette infatti alla truppa di coach Kerr di continuare a lottare per l’ottavo posto ad Ovest, slot che sarebbe importante in vista del play-in e che verrà conteso ai Grizzlies in un testa a testa all’ultimo respiro. Match combattuto, che per tre quarti rimane sostanzialmente nelle mani della franchigia di San Francisco. A metà dell’ultimo periodo però, dopo aver toccato anche il -15, Utah mette in piedi un grande parziale ed impatta il match a due minuti dalla conclusione grazie ad uno scatenato Clarkson. Jazz che trovano anche il vantaggio in un paio di occasione, ma che alla fine vengono tramortiti dalla tripla di Curry a meno di 30″ dalla sirena finale. Gli uomini di coach Snyder avrebbero veramente un paio di possibilità per pareggiare o tornare avanti, entrambe però falliscono.
Per i Warriors decisivo come sempre è il n°30, autore di una prova da 36 punti (11/25 dal campo, 3/13 dall’arco), 4 rimbalzi, 6 assist e 2 rubate, al quale vanno affiancati gli ottimi contributi di Bazemore (19 punti), Poole (20 punti), Toscano-Anderson (5 punti, 7 rimbalzi, 5 assist e 4 rubate) e il solito Green (12 punti, 6 rimbalzi, 10 assist e 2 rubate). In ombra invece un Wiggins da 14 punti con un pessimo 6/19 al tiro.
Agli ospiti invece non bastano i 41 punti di un devastante Jordan Clarkson (16/33 dal campo, 5/16 dall’arco), che diventa il primo giocatore nella storia della NBA in uscita dalla panchina a realizzare 40+ punti tentando 15 triple e senza realizzare alcun assist. Oltre all’ex Lakers, importante è il contributo di Bogdanovic, autore di 27 punti (9/21 al tiro).


San Antonio doma Milwaukee

Il risultato più sorprendente della notte è sicuramente la netta vittoria degli Spurs sui Bucks, con il punteggio finale che recita un bel +21 per i texani (146-125). Una partita letteralmente dominata dalla truppa di coach Popovich, che all’intervallo lungo vanta già 23 lunghezze di vantaggio dopo aver sfoderato una prova offensiva devastante (87 i punti segnati nei primi 24′ di gioco). San Antonio che chiude il match con il 59.6% dal campo e il 58.6% dall’arco. A Milwuakee non mancava nessuno sia chiaro, ma quando di fronte hai un avversario che non sbaglia praticamente nulla c’è poco da fare. Il quintetto titolare dei Bucks va tutto in doppia cifra, con il trio composto da Antetokounmpo-Middleton-Holiday che mette in piedi 71 punti con il 66.7% al tiro.
Una clamorosa prova di squadra per San Antonio, che chiude con ben sette uomini in doppia cifra, sei dei quali firmatari di una prova da 19+ punti: si tratta appena della seconda volta nella storia della NBA che una franchigia conti sei uomini con 19+ punti (gli unici in precedenza furono i Blazers nel 1983). Spurs che tra l’altro ottengono una vittoria fondamentale per mettere praticamente in cassaforte il proprio decimo posto e quindi la partecipazione al play-in.


Note a margine

Atlanta con la vittoria rimediata su Washington tiene vivo il testa a testa con i Knicks per il quarto posto ad Est, slot che regalerebbe il fattore in campo. Attenzione però che Miami, distante appena una partita, è pronta a raccogliere i passi falsi delle due avversarie.

Indiana contro Cleveland soffre più del previsto, ma alla fine porta a casa una vittoria importantissima per conservare il proprio nono posto e continuare a lottare per l’ottavo seed (attualmente occupato dagli Hornets, distanti una sola partita). I Pacers hanno mezza gara di vantaggio sul decimo posto di Washington, ma la partecipazione al play-in è cosa assicurata: l’undicesimo seed infatti, ovvero il primo ad essere escluso dal torneo, vede i Bulls distanti ben tre partite.

Memphis vince lo scontro con dei Pelicans privi di Zion Williamson e di fatto elimina NOLA dalla corsa al play-in: i Pelicans sono infatti attualmente undicesimi ad Ovest con due partite e mezzo di ritardo dal decimo seed e solo un miracolo potrebbe portare Ingram e soci a superare gli Spurs. Grizzlies che invece dal canto loro conservano senza problemi il nono posto e rimangono a mezza gara di distanza da Golden State.

Portland supera Houston e tiene il sesto posto ad Ovest con una partita e mezzo di vantaggio sui Lakers. Continua la lotta con Dallas per il quinto slot, visto che i texani sono lontani appena mezza gara.

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