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Show me the Money!!!

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Il grido al telefono di Jerry Maguire (Tom Cruise) resterà per sempre nella storia del cinema sportivo per quella capacità di rappresentare al meglio la stravaganza e il cinismo che circondano il business legato agli atleti professionisti. Chissà se DeAndre Ayton, solo per fare l’esempio più eclatante, ha copiato Rod Tidwell (Cuba Gooding Jr) e fatto urlare al suo agente il fatidico ordine. Di sicuro, però, c’è la curiosa replica di quanto accade nel film al giocatore degli Arizona Cardinals (altro parallelismo): Ayton non ha ottenuto l’agognato rinnovo contrattuale dai Phoenix Suns.

Della “leva del 2018”, hanno ottenuto il massimo salariale Luka Doncic e Trae Young (e ci mancherebbe altro…), così come Shai Gilgeous-Alexander. Anche Mikal Bridges e Wendell Carter Jr. hanno rinnovato, mentre Jaren Jackson Jr, Grayson Allen, Kevin Huerter hanno dovuto attendere proprio l’ultimo secondo per siglare i nuovi accordi, allontanando lo spettro della free agency. Perfino Michael Porter Jr., che in quel Draft si presentò con una bella “red flag” (termine che indica il rischio gravi e ripetuti guai fisici, nel suo caso alla schiena), e per questo era scivolato alla 14, ha convinto i Nuggets a offrirgli un sostanzioso contratto.

Doncic e Young accumunati dal ricco rinnovo

È andata peggio ad altri protagonisti di quel Draft: Marvin Bagley, Mo Bamba, Collin Sexton, Kevin Knox, Miles Bridges e, appunto, Ayton, per limitarci ai giocatori selezionati nelle prime posizioni del primo giro.
Il mancato rinnovo di Knox era quasi scontato, visto il rendimento deficitario dell’ex Kentucky, così come non rappresentano una sorpresa le decisioni di Sacramento e Orlando sullo status di, rispettivamente, Bagley e Bamba, due lunghi che hanno vissuto tre stagioni decisamente difficili soprattutto sul piano fisico. Entro certi limiti non sconcerta neanche la decisione dei Cavaliers di non rinnovare Sexton, un giocatore si da oltre 24 punti di media, ma anche con limiti difensivo e troppo incline all’iniziativa individuale in attacco, per di più convinto di meritare tanti, tanti dollari.

Difficile trovare uno schiacciatore più eccitante di Miles Bridges

Più complicata la posizione di Miles Bridges. Nello scorso campionato Miles era diventato un elemento imprescindibile per coach Borrego: i notevoli miglioramenti nel tiro in sospensione e nella comprensione del gioco (non sempre al livello richiesto quando è arrivato da Michigan State), l’energia contagiosa del suo basket atletico, i voli spettacolari al ferro, l’invidiabile sintonia con LaMelo Ball, ovvero la nuova superstar degli Hornets, sembravano il preludio al rinnovo contrattuale con la franchigia del North Carolina. Invece niente da fare, con Bridges non ha ottenuto l’estensione sperata, anche per la difficile situazione salariale degli Hornets, squadra di mercato minore (sebbene le finanze del proprietario, Michael Jordan, non siano così limitate) che ha investito molto nei contratti onerosi di Terry Rozier e Gordon Hayward, e che dovrà spendere molto per trattenere Ball. Non gli resta che migliorare ancora nel prossimo campionato, così da costringere gli Hornets ad allargare i cordoni della borsa…

DeAndre Ayton e Mikal Bridges festeggiano, ma il centro ha poco da festeggiare in questi giorni….

La situazione più eclatante riguarda sicuramente Deandre Ayton, prima scelta assoluta del Draft 2018. Dopo due anni nei quali aveva alternato luci e ombre, la scorsa stagione Ayton si è accodato al “pifferaio magico” Chris Paul in quella che è stata una cavalcata magica verso le Finals, rincuorando i tifosi di Phoenix con un’intensità che non sempre lo aveva contraddistinto. Sebbene il titolo sia sfuggito, le Finals sembravano solo l’inizio di un lungo sodalizio tra i Suns e il giovane centro bahamense. Tuttavia, al tavolo delle trattative, la dirigenza dei Suns ha esitato, soprattutto quando l’agente del prodotto di Arizona si è dimostrato inamovibile dalla richiesta del max contract. Una richiesta eccessiva? No, se si considerano l’impatto sui successi dei Suns e, soprattutto, i grandi margini di crescita; si, se pesiamo la minore importanza dei centri nella NBA.
Una scelta rischiosa quella di Deandre, in quanto rischia di doversi accontentare di una cifra molto minore il prossimo luglio: se l’offerta di un max contract arrivasse da una franchigia diversa da Phoenix, Ayton guadagnerebbe ben 45 milioni di meno.
Soprattutto, la battaglia contrattuale non è una bella notizia per i Suns, perché potrebbe compromettere il clima idilliaco alle porte di una stagione nella quale l’obiettivo è migliorare quanto fatto lo scorso anno.

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